lunedì 18 maggio 2009

La banca di Cesare Geronzi sfida Intesa-Sanpaolo per guidare il superpolo dell’auto

Mediobanca, il gruppo guidato da Cesare Geronzi, sfida Intesa-Sanpaolo per guidare il superpolo dell’auto. Riporto l’interessante articolo di ultimenotizie.tv sulla “guerra tra banche” per il sostegno finanziario al Lingotto.
----------------
Si profila un testa a testa Intesa Sanpaolo-Mediobanca con Unicredit pronto a scendere in campo («E’ importante accompagnare Fiat» disse a gennaio Alessandro Profumo) per strappare la pole position nel sostegno finanziario al Lingotto proteso nel tentativo di creare un mega polo a tre dell’auto da 80 miliardi di fatturato. Che allo stato è ancora incerto perchè, conquistata Chrysler, il negoziato di Sergio Marchionne con Gm si sta rivelando molto più difficoltoso: dagli ultimi contatti avuti con la controparte - con la quale ha ”divorziato” quattro anni - si è reso conto che la strada è accidentata per la presenza di altri competitor i quali avrebbero indotto i vertici del gruppo di Detroit a rivedere l’originaria intenzione di vendere Opel e le altre attività europee a condizione che si acquisti anche il Sud America. «Abbiamo sempre molta simpatia per Fiat», ha detto apertamente Alberto Nagel, consigliere delegato di piazzetta Cuccia, solitamente prudente a parlare di singoli clienti. Ma l’eccezione forse si spiega con la necessità di ”rintuzzare” i ricorrenti scatti di Intesa Sanpaolo: tre volte volte nell’ultima settimana Corrado Passera, una Giovanni Bazoli e un’altra i due - a latere dell’assemblea della banca - insieme a Enrico Salza, hanno rimarcato l’appoggio incondizionato al Lingotto che sta ridisegnando gli equilibri delle quattro ruote a livello mondiale.

Circa un paio di mesi fa Intesa assieme a Unicredit e Calyon ha partecipato al finanziamento da un miliardo di euro a Fiat Finance, la ”tesoreria” lussemburghese di Torino da tenere di riserva in caso di necessità. Le banche italiane si stanno scaldando tanto facendo pressing sugli uomini di Marchionne, su Ubs e Roland Berger per trovarsi ben piazzate nel caso in cui la fase 2 del progetto Marchionne - l’acquisizione di Opel, Saab e Vauhall - andasse in porto. Proprio l’advisor industriale Berger, che siede anche nel cda del Lingotto, costituisce il link tra Mediobanca e Fiat: la società di consulenza globale di Monaco di Baviera è senior advisor della banca d’affari italiana in Germania e anche per questo legame potrebbe favorire il rientro in gioco di Mediobanca al fianco di Fiat. Da dove, su operazioni di rilievo è distante almeno da tre anni quando ha restituito a Torino il 35% della Ferrari che aveva preso Vincenzo Maranghi con un blitz a giugno 2002. Un mese dopo il convertendo di 3 miliardi concesso da un pool di banche italiane (Intesa, Sanpaolo, Unicredit, Capitalia in prima fila), senza Mediobanca, a Fiat.
La ressa delle grandi banche italiane punta a guidare il consorzio che dovrà aprire il rubinetto del credito. E il precedente di Alitalia dove Intesa ha svolto il ruolo di regista a tutto campo getta sale sulla competizione. Serviranno almeno 15 miliardi e, dall’approfondimento delle analisi degli istituti, emerge che Super Fiat, lo spin off dell’auto con dentro Torino, Opel, gli altri marchi, vedrebbe il Lingotto pesare per un valore del 60% e il mondo Gm col 40%. Questo significa che Exor si diluirebbe dal 33% a circa il 18%. La nuova società da quotare in Borsa in tempi più lunghi di quelli previsti (luglio) avrebbe bisogno di una ricapitalizzazione di 2 miliardi. Altri sette miliardi servono per rifinanziare i prestiti di Opel garantiti dallo Stato come ha chiesto Marchionne. E almeno 6 miliardi dovrebbero essere le linee commerciali per sostenere Chrysler e le attività americane di Gm. Ma le condizioni poste da Marchionne sul debito, impianti e occupazione sarebbero considerate inaccettabili dal gruppo americano. Che oltre Magna, avrebbe almeno altri 5-6 pretendenti, alcuni dei quali interessati a uno ”spezzatino”.
(ultimenotizie.tv)

Nessun commento:

Posta un commento