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mercoledì 23 gennaio 2013

Esodi incentivati, boom in banca

Il Sole 24 Ore inquadra la situazione del mondo del credito. Di seguito quanto riportato dal giornale.

MILANO - Difficile capire quanto possa durare ancora questa crisi. Difficile, soprattutto, capire quali conseguenze possa ancora produrre sul tessuto economico nazionale. Un dilemma che molti bancari italiani si devono essere posti seriamente in questi giorni, almeno a giudicare dai primi numeri che emergono da due dei principali piani di ristrutturazione varati nel mondo del credito, vale a dire quelli di Bpm e Ubi. In entrambi i casi, emerge la costante di una «corsa all'esodo» da parte dei lavoratori, contro ogni previsione da parte delle stesse aziende. Sono 916, contro le 650 previste dall'azienda, le domande volontarie di uscita presentate dai lavoratori di Ubi Banca in questi giorni. Il 41% in più rispetto a quanto preventivato. L'accordo del 29 novembre, che reca la firma dei sindacati Dircredito, Fabi, Fiba, Ugl, Uilca, Sinfub (unico non firmataria è stata Fisac) prevede uscite solo su base volontaria e incentivata per i prossimi 5 anni (dal 2013 al 2017), di cui una parte attraverso il pensionamento, e l'altra attraverso l'accesso al Fondo esuberi (è l'ammortizzatore sociale della categoria dei bancari), con un assegno di sostegno al reddito pari all'85% dell'ultima retribuzione netta mensile percepita dal lavoratore. L'intesa prevede anche la possibilità di ridurre o sospendere volontariamente l'orario di lavoro, opportunità incentivata dalla possibilità di recuperare il 60% del salario, nelle ore non lavorate, con ricorso al Fondo esuberi. Anche quest'ultima opportunità ha riscosso un massiccio numero di adesioni tra i lavoratori: l'hanno richiesta 3.887 dipendenti per un totale di 375mila giornate richieste, contro le 220mila preventivate dall'accordo sindacale. «Le massicce adesioni dei lavoratori al piano d'esodo dimostrano che questo accordo è stato sottoscritto nell'esclusivo interesse dei dipendenti del gruppo Ubi» ha spiegato il coordinatore Fabi per il gruppo, Paolo Citterio. «L'intesa – ha proseguito il sindacalista – ha permesso di salvaguardare la contrattazione aziendale e di applicare misure di solidarietà solo dietro incentivo economico e su base volontaria».
Anche in Bpm i primi numeri fanno riflettere. Secondo fonti vicine all'azienda le richieste di esodo incentivato legate all'accordo del 6 dicembre (in questo caso a non firmare è stato solo Dircredito), realizzato con l'obiettivo aziendale di ridurre il costo del lavoro di circa 70 milioni, sono circa un centinaio in più rispetto alle 700 stimate.

mercoledì 20 giugno 2012

Esame di Maturità: la crisi e i giovani traccia più gettonata

Montale, i giovani e la crisi e la responsabilità della scienza sono alcuni degli argomenti proposti per la prova di italiano all'esame della maturità. Tra le tracce anche lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti e il bene comune e individuale.

Ma la traccia che è piaciuta di più ai maturandi, scelta dal 54% dei ragazzi secondo un sondaggio di Studenti.it, è stata proprio quella relativa alla crisi, forse anche perchè più prevedibile e più "sentita".
I documenti da commenatre erano un articolo di Mario Sensini sul Corriere della Sera dell'aprile scorso 'Crolla l'occupazione tra i 15 e i 35 anni'; due stralci del 45° Rapporto Censis e dell'istat e uno stralcio di una articolo di Giovanna Favro, pubblicato su 'La Stampa' lo scorso ottobre 'Steve Jobs, un folle geniale'.
Testi che invitano a riflettere sulla grave situazione economica attuale e sulla crescente disoccupazione giovanile, cercando proposte vincenti per invertire la tendenza.

giovedì 17 maggio 2012

Obama e Monti sulla crisi: crescita e occupazione obiettivi prioritari

La crescita e l’occupazione sarebbero obiettivi prioritari secondo Il presidente Usa Barack Obama e il presidente del Consiglio italiano Mario Monti per uscire dalla crisi economica che sta attanagliando l'Eurozona.
Ieri i due leader ne hanno discusso durante un colloquio telefonico che anticipa di qualche giorno il G8 di Camp David. Altro tema caldo la guerra in Afghanistan che sarà al centro del vertice Nato a Chicago , a partire da domenica.
La telefonata rappresenta l'ultimo segnale che questo potrebbe essere il momento giusto per stringere i tempi sulla questione crescita nell'Eurozona, dopo anni di politiche di austerita'. La necessita' di stimolare la crescita e tagliare le spese e' stata sottolineata anche dall'elezione del nuovo presidente francese Francois Hollande, che ieri a Berlino ha incontrato il Angela Merkel, strenuo difensore dell'austerity.
Obama e Monti avrebbero convenuto sull’immediato bisogno di intensificare gli sforzi per la creazione di posti di lavoro. ''Il presidente attende di discutere questi argomenti in modo piu' dettagliato con il primo ministro italiano durante la prossima riunione dei leader del G8 a Camp David questo fine settimana'', fa sapere la Casa Bianca. Obama e Monti hanno poi discusso di Afgfhanistan e del passaggio della gestione della sicurezza dalla Nato alle autorita' locali in vista del ritiro delle forze Isaf pervisto entro il 2014.

giovedì 10 maggio 2012

Lavoro: secondo la Bce sviluppi negativi in arrivo

Secondo la Banca Centrale Europea i paesi che hanno perso produttività dovrebbero «rafforzare la concorrenza nei mercati dei beni e servizi e la capacità di aggiustamento salariale e occupazionale delle imprese. […] Se da un lato la necessaria azione di riequilibrio complessivo dei conti grava sull'espansione economica nel breve periodo, dall'altro la sua riuscita attuazione contribuirà alla sostenibilità delle finanze pubbliche e quindi alla riduzione dei premi per il rischio sul debito sovrano». Secondo l'Eurotower, una maggiore fiducia nei conti pubblici favorirebbe gli investimenti privati e la crescita a medio termine.

La Bce interviene anche specificamente in tema di lavoro ed avverte che il settore continua ad indebolirsi. La disoccupazione infatti aumenta e le prospettive in tal senso sembrano volgere in negativo.
Buone notizie arrivano però in materia di debito privato. L’Italia , infatti, secondo il bollettino mensile della Bce, è il paese dell'Eurozona con il debito del settore privato più basso dopo Francia e Grecia. A riguardo, posta una soglia di allarme di 160 punti per il debito privato, l'indicatore sull'Italia per il 2010 si attesta a 126,4 punti, dietro solo ai 159,8 punti della Francia e ai 124,1 punti di Atene e addirittura davanti alla Germania (128,1 punti).
Situazione molto differente è invece quella del debito pubblico, tallone d’Achille dell’Italia, che occupa il secondo posto dopo la Grecia.
Per quanto riguarda il credito alle famiglie e alle imprese, secondo la Bce la stretta sarebbe stata allentata. Questa sarebbe la conseguenza della stabilizzazione delle condizioni finanziarie nel primo trimestre dell’anno. «In linea con quanto si prefiggevano le misure dell'Eurosistema», si legge nel bollettino, «è stata evitata una correzione brusca e disordinata dei bilanci degli enti creditizi. […]A tale riguardo, i risultati dell'indagine sul credito bancario di aprile indicano che l'inasprimento netto dei criteri applicati dalle banche dell'area dell'euro per la concessione di prestiti a società non finanziarie e famiglie è diminuito in misura notevole nel primo trimestre dell'anno rispetto a fine 2011, anche per effetto del miglioramento delle condizioni di finanziamento delle banche, pur a fronte di una domanda di credito “rimasta modesta”».

giovedì 5 gennaio 2012

Allarme disoccupazione in Italia

Secondo l'ISTAT la disoccupazione è all'8,6%, quella giovanile al 30,1%, il tasso più alto dal 2004.
Al Sud la disoccupazioni delle giovani donne è del 39%, con 4 ragazze su 10 che non lavorano.

Cito da Il Fatto Quotidiano:
"Mai così tanti senza lavoro tra i giovani. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a novembre è al 30,1%, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto a ottobre e di 1,8 punti su base annua. E’ il tasso più alto da gennaio 2004 (inizio serie storiche mensili). Complessivamente il tasso di disoccupazione a novembre è all’8,6%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a ottobre e di 0,4 punti su base annua. A novembre 2011 gli occupati sono 22 milioni e 906 mila, in diminuzione dello 0,1% (-28 mila unita’) rispetto a ottobre. Il calo riguarda la sola componente femminile. Nel confronto con lo stesso mese dell’anno precedente l’occupazione diminuisce dello 0,3% (-67 mila unità. Il tasso di occupazione si attesta al 56,9%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale e di 0,2 punti in termini tendenziali."

E in queste statistiche non si parla della disoccupazione senile...

martedì 3 gennaio 2012

Spagna: la disoccupazione cresce ancora

La Spagna ha quattro milioni e 400 mila disoccupati. E’ la cifra più alta dall’inizio della crisi, nel 2008, pari al 21,52% della popolazione. Il 45,8% dei giovani tra i 16 e i 24 anni sono senza lavoro. I dati, registrati a fine dicembre dall’Istituto Nazionale di Statistica, fotografano una situazione peggiore rispetto al 2010. E’ confermato l’ulteriore deterioramento dell’economia spagnola, che stando agli esperti scivolerà nuovamente in recessione.

A Madrid e Murcia sono già iniziati i saldi. Quest’anno ci si attende un aumento delle vendite. Sentiamo perché dal Presidente della Federazione Indipendente dei Consumatori:
“Non è che la situazione economica sia migliorata, è solo che tutti hanno aspettato i saldi per comprare ciò di cui avevano bisogno”.

Rilanciare l’impiego e l’economia è tra gli obiettivi del nuovo governo conservatore di Mariano Rajoy, entrato in funzione il 22 dicembre.

In settimana sarà proposta una nuova riforma del lavoro, mentre il piano di rigore sfiora i nove miliardi di euro. Tra le ricette, aumentare le imposte.
(da Euronews)

giovedì 11 novembre 2010

Google aumenta i salari contro la fuga dei talenti

Una volta tanto, in questi tempi di crisi, una notizia di salari aumentati: secondo Repubblica, Google avrebbe concesso un 10 % in più in busta paga ai suoi 23.000 dipendenti per impedire campagne acquisti tra i suoi talenti da parte dei concorrenti.

Google concede un aumento del 10% del salario ai propri 23.000 dipendenti nel tentativo di evitare una loro fuga verso altre società. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali l'aumento sarà effettivo da gennaio. L'aumento, reso noto dall'amministratore delegato Eric Schimdt in una lettera ai dipendenti, arriva mentre si inasprisce la battaglia fra Google e i maggiori competitor, soprattutto Facebook, per assicurare che i talenti della società restino.
"Vogliamo esseri sicuri che vi sentiate ricompensati per il duro lavoro. Vogliamo continuare ad attirare la gente migliore in Google" osserva Schimdt nel messaggio ai dipendenti, nel quale spiega che una recente indagine interna evidenzia come per i dipendenti Google il salario sia la componente più importante della retribuzione. Google - secondo indiscrezioni - avrebbe anche iniziato a testare una formula matematica per prevedere quali dipendenti più probabilmente lasceranno la società.
Colin Gillis, analista di BGC Partners, ritiene che l'aumento dei salari avarà un chiaro impatto sui margini di profitto e dimostra quanto sia importante mantenere il proprio staff.

(da Francesco Perilli, "Google aumenta gli stipendi per arginare la fuga verso Facebook")

venerdì 15 ottobre 2010

Scandalo Inps: i precari saranno senza pensione pur pagando i contributi

La notizia, rimbalzata da diversi blog, è arrivata e conferma la peggiore delle ipotesi. Rimarrà sotto traccia per ovvi motivi, anche se in Rete possiamo farla circolare. Se siete precari sappiate che non riceverete la pensione. I contributi che state versando servono soltanto a pagare chi la pensione ce l'ha garantita. Perché l'Inps debba nascondere questa verità è evidente: per evitare la rivolta. Ad affermarlo non sono degli analisti rivoluzionari e di sinistra ma lo stesso presidente dell'istituto di previdenza, Antonio Mastropasqua che, come scrive Agoravox, ha finalmente risposto a chi gli chiedeva perché l'INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione futura come fa con gli altri lavoratori: "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale".

Intrage scrive che l'annuncio è stato dato nel corso di un convegno: la notizia principale sarebbe dovuta essere quella che l'Inps invierà, la prossima settimana, circa 4 milioni di lettere ai parasubordinati, dopo quelle spedite a luglio ai lavoratori dipendenti, per spiegare come consultare on line la posizione previdenziale personale. Per verificare, cioè, i contributi che risultano versati.
La seconda notizia è che non sarà possibile, per il lavoratore parasubordinato, simulare sullo stesso sito quella che dovrebbe essere la sua pensione, come invece possono già fare i lavoratori dipendenti. Il motivo di questa differenza pare sia stato spiegato da Mastrapasqua proprio con quella battuta. Per dire, in altre parole, che se i vari collaboratori, consulenti, lavoratori a progetto, co.co.co., iscritti alla gestione separata Inps, cioè i parasubordinati, venissero a conoscenza della verità, potrebbero arrabbiarsi sul serio. E la verità è che col sistema contributivo, i trattamenti maturati da collaboratori e consulenti spesso non arrivano alla pensione minima.

I precari, i lavoratori parasubordinati come si chiamano per l'INPS gli "imprenditori di loro stessi" creati dalle politiche neoliberiste, non avranno la pensione. Pagano contributi inutilmente o meglio: li pagano perché l'INPS possa pagare la pensione a chi la maturerà. Per i parasubordinati la pensione non arriverà alla minima, nemmeno se il parasubordinato riuscirà, nella sua carriera lavorativa, a non perdere neppure un anno di contribuzione.

L'unico sistema che l'INPS ha trovato per affrontare l'amara verità, è stato quello di nascondere ai lavoratori che nel loro futuro la pensione non ci sarà, sperando che se ne accorgano il più tardi possibile e che facciano meno casino possibile.

Quindi paghiamo i nostri contributi che non rivedremo sotto forma di pensione. Se reagiamo adesso, forse, abbiamo ancora la speranza di una pensione minima.

(da contintasca.blogosfere.it)

venerdì 27 agosto 2010

Paolo Scaroni sul caso Fiat: condivido dalla A alla Z

Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni, a margine di un dibattito a CortinaIncontra, si è espresso sulle recenti vicende di Fiat:
''Condivido lo sforzo che sta facendo Fiat per poter produrre in Italia e potrà farlo in Italia soltanto se in Italia, e soprattutto nel nostro Meridione, ci saranno quelle condizioni di competitività, di impegno sul lavoro, di presenza in fabbrica che sono quelle minime per poter sfornare dei prodotti competitivi''.
''Su questo sono d'accordo con Fiat dalla A alla Z'', ha aggiunto Paolo Scaroni, precisando di non voler entrare nel fatto giuridico.
(ASCA)

mercoledì 19 maggio 2010

Ubi Banca: previsti 900 esuberi

Quasi 900 esuberi in tutta Italia, molti dei quali potrebbero interessare proprio il territorio varesino. È ancora in alto mare la trattativa sindacale, in corso a Bergamo, sui tagli al personale (di 895 addetti) dichiarati dal Gruppo UBI Banca, che coinvolge anche la Banca Popolare di Bergamo, presente con più di 120 sportelli in provincia di Varese. Quest'ultima dopo le grandi fusioni passate ha unito sotto un'unica insegna la Banca Commercio e Industria, Regionale Europea e il Banco di Brescia. Nella nostra provincia il gruppo conta in totale oltre 1300 lavoratori e la preoccupazione per l'esito della trattativa è perciò elevata.
«Dopo giorni di intenso confronto tra le parti - spiega la Fabi (Federazione autonoma bancari italiani) di Varese - rimangono notevoli distanze tra le posizioni delle organizzazioni sindacali, che chiedono eque misure di sostegno per tutto il personale, a fronte degli eccezionali sacrifici prospettati per contenere le difficoltà aziendali del momento, e le disponibilità del tutto insufficienti del Gruppo. Le rappresentanze sindacali pretendono che il gruppo si impegni decisamente per la stabilizzazione dei tanti lavoratori precari, per motivare gli attuali addetti a fronte del maggior impegno richiesto e per assicurare ai lavoratori in esubero dignitose condizioni per l’accompagnamento verso la pensione. Inoltre, risulta del tutto inaccettabile il tentativo in corso, da parte del gruppo, di smantellare delle garanzie importanti del contratto nazionale e dei contratti aziendali delle banche del gruppo».
Nella giornata di domani è prevista la ripresa del confronto tra le parti verso un accordo che al momento appare ancora lontano ma, senza il quale, non sarà possibile l’avvio di qualsiasi ristrutturazione del Gruppo bancario.
(varesenews.it)

lunedì 16 novembre 2009

Microsoft: nuovi licenziamenti

Microsoft, con una nuova tornata di 800 licenziamenti (la terza nel giro di pochi mesi), è arrivata a quota 5400.

Il gruppo fin da inizio anno aveva annunciato 5000 licenziamenti, per ridurre le spese del gruppo in un momento particolarmente difficile per i bilanci aziendali a causa del rallentamento dell'economia.
Microsoft spiega di aver sostanzialmente raggiunto gli obiettivi prefissati con il piano di ristrutturazione presentato anzitempo, ma il gruppo non si nega la possibilità di ulteriori rinunce in futuro.

Steve Ballmer, il CEO Microsoft ha ricordato come la crisi economica non sia assolutamente passata e, anzi, gli investitori devono attendersi ancora mesi di difficoltà. Microsoft, però, nutre ottimismo per quanto messo invece in atto dal punto di vista della contabilità: spese ridotte, investimenti razionalizzati, il tutto a convergere in un quadro di maggior equilibrio nell'ottica di una ripresa economica.

lunedì 12 ottobre 2009

La crisi ci deprime. Ma meno che all'estero.

Secondo la società italiana di psichiatria «Cresce del 30 per cento l'incidenza di ansia, del 15% il numero dei pazienti depressi». Le cause? secondo i dottori sarebbero l'incertezza sul lavoro e precarietà economica. In pratica, la crisi ci fa ammalare.
Ci fa sentire però più ottimisti il presidente della Società, Alberto Siracusano, che riconosce: «Il nostro sistema sociale ha funzionato in modo più sano rispetto ad altri Paesi. Sicuramente c'è un collegamento tra le difficoltà economiche e il verificarsi di una situazione di grande tensione e disagio». Altrove i dati suggeriscono paralleli sconcertanti. «Si registra un rapporto tra l'aumento del tasso di disoccupazione e l'aumento dei suicidi soprattutto tra le persone di età compresa tra 55 e 60 anni. Casi frequenti in Paese come Belgio e Stati Uniti, che hanno vissuto una catena di morti legata alla crisi delle aziende». Da noi niente di tutto questo, per fortuna. «In Italia - spiega Siracusano - non succede, ma indubbiamente c'è rispetto alla precarietà e alla incertezza una maggiore ansia e depressione. La crisi, tuttavia, ha avuto un'intensità meno negativa di quanto sia accaduto all'estero».

venerdì 11 settembre 2009

Racconti di disoccupazione

La provincia di Treviso era la locomotiva del Nord Est. Ma la crisi qui ha già colpito più di seimila lavoratori. Il questo articolo apparso su l'Espresso, il racconto della loro vita quotidiana senza stipendio:
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/i-senza-lavoro/2107781/10

giovedì 10 settembre 2009

Trento contro la crisi: prestiti d’onore ai disoccupati

Leggo su Prestitoblog di questa iniziativa anti-crisi della provincia di Trento:

"Nella provincia autonoma di Trento, fino al 24 settembre, sarà possibile presentare una domanda per accedere ai prestiti d’onore erogati dall’Agenzia del Lavoro della città, situata in via R. Guardini 75. È la seconda volta che l’Agenzia del Lavoro del capoluogo trentino apre l’accesso ai prestiti d’onore.Tale iniziativa è rivolta ai cittadini residenti nel comune e nella provincia di Trento che siano attualmente inoccupati o disoccupati per favorire l’iniziativa imprenditoriale, fondando quindi piccole imprese da avviare e sostentare coi finanziamenti del prestito. Tra tutte le domande pervenute saranno solo 15 coloro che avranno accesso al prestito; ogni prestito avrà un importo massimo di 38mila euro come capitale d’avviamento. La certificazione dello stato di disoccupazione o di inoccupazione sarà premura dei Centri per l’Impiego presso cui si è iscritti. L’accesso al prestito d’onore permette anche l’accesso ad un percorso della durata di quattro settimane ai fini di orientamento e di formazione prima di intraprendere l’attività. Nelle priome fasi di vita dell’attività imprenditoriale, poi, si potrà contare sul sostegno di tutor specializzati che aiuteranno e consiglieranno nella gestione dell’attività."
(http://www.prestitoblog.it/2009/08/trento-prestiti-donore-ai-disoccupati/)

venerdì 4 settembre 2009

Contro la crisi, dialogo e riforme

Mercoledì sera si è tenuto a Brescia un incontro dedicato a crisi, lavoro e imprese.
Relatori Marco Fenaroli, segretario generale Cgil, Gianfranco Dallera, presidente Aib, e Adriano Paroli, sindaco della città.
Tra le necessità emerse, il bisogno di dialogo tra le parti e di cambiare alcune leggi che zavorrano le realtà virtuose, quelle che riescono a contrastare con la forza delle idee e dell’innovazione la congiuntura sfavorevole.

Secondo Fenaroli, "bisogna ritarare il numero di cittadini che hanno perso o che rischiano di perdere il lavoro. Servono, poi, i fondi per altri due anni di cassa integrazione. Il governo deve riuscire a trovare la copertura finanziaria, altrimenti sarà una tragedia sociale”.

Per Dallera il sistema deve invece diventare più meritocratico, anche per quanto riguarda la contrattazione salariale: "Dobbiamo portare la negoziazione dove viene prodotta la ricchezza, è l'unico modo per andare avanti. La cosa che mi preoccupa di più, comunque, è che si proceda senza prendere decisioni per paura di sbagliare.

Tutti e tre gli interlocutori, hanno contestato aspramente il sistema bancario italiano che, "invece di aiutare le imprese si è chiuso a riccio" (Dallera), che "ha causato la crisi ma che mette ancora in giro titoli spazzatura" (Fenaroli), e che "invece che aiutare le giovani coppie sulla prima casa mette una serie di paletti e sembra che punti a fare l’utile alzando il costo dei conti corrente" (Paroli).

giovedì 3 settembre 2009

MPS: piano anticrisi per le PMI marchigiane

La Banca Monte Paschi di Siena ha proposto un piano anticrisi per le PMI marchigiane.

- A tutte le imprese che non licenzieranno e non faranno ricorso alla cassa integrazione, MPS rimborserà il 2 %. In pratica l'azienda pagherà il 5 % di interesse (si tratta di un prodotto a tasso fisso), ma alla fine dell'anno, se non ci saranno licenziamenti, gli verrà rimborsato il 2%.

- Tutte le aziende che riusciranno ad esportare almeno il 10% di quanto esportavano lo scorso anno avranno uno sconto del 25 % sullo spred nei finanziamenti a tasso variabile.

- Le aziende potranno sospendere per 12 mesi il pagamento della quota capitale dei finanziamenti.

- Verranno prorogati di sei mesi i finanziamenti concessi in virtù di lavori svolti verso le PA, per tamponare i ritardi nei pagamenti degli enti pubblici.

- Verranno concessi finanziamenti per capitalizzare l'azienda stessa e per ristrutturare il debito aziendale.

martedì 1 settembre 2009

Il governo si è dimenticato del Piemonte in crisi

Secondo Cesare Damiano, ex ministro del governo Prodi, responsabile lavoro del Pd e candidato alla segreteria regionale del partito, il Piemonte sarebbe particolarmente a rischio sul fornte esuberi:
“Il -6% di Pil nazionale è il peggior dato dal Dopoguerra e gli 800.000 lavoratori italiani in cassa sono lì a dimostrarlo. Il Piemonte da solo totalizza il 20% delle ore di cassa straordinaria concesse a luglio a livello nazionale, con punte del 33% nel settore tessile e del 28% in quello della meccanica. Per comprendere la situazione basti dire che nel 2008 sono state presentate in Piemonte 1500 domande per la cassintegrazione in deroga, nei primi sei mesi del 2009 sono state 4500: sei volte tanto”.
Ecco il link all’intervista pubblicata su La Stampa:
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/economia/articolo/lstp/50281

mercoledì 26 agosto 2009

Aumentano i protesti, Adiconsum chiede moratoria

“I recenti dati di Unioncamere sui protesti elevati nel primo semestre del 2009 dimostrano come la situazione finanziaria del nostro Paese sia molto grave.
L'aumento dell'ammontare, del numero e dell'importo medio dei protesti è un dato molto preoccupante, che dimostra come imprese e famiglie stiano soffrendo in maniera al limite della sopportabilità. Lo si legge in una nota di Adiconsum.
Per le imprese l'Associazione Bancaria Italiana ha sottoscritto un accordo con la Confindustria per una moratoria dei debiti di dodici mesi.
La stessa soluzione dovrà essere trovata anche per le famiglie, tenuto conto che le poche altre misure fin qui ricercate non hanno avuto l'effetto sperato.
Adiconsum, a fronte della crisi delle famiglie, chiede:
- Al Parlamento di approvare immediatamente alla riapertura dei lavori, dando anche sede legislativa alla Commissione Giustizia, la riforma della legge sulla prevenzione usura che contiene anche la normativa per far fronte al sovra indebitamento delle famiglie.
- Al Governo di emanare un decreto d'urgenza per bloccare o sostenere economicamente tutte le categorie deboli, a partire dai pensionati e dalle famiglie con persone diversamente abili, i prezzi delle principali utenze. Un intervento urgente deve essere fatto anche sul prezzo dei carburanti, che seguitano ad aumentare nonostante il prezzo del petrolio si sia fermato e in più occasioni ridotto.
- All'Associazione Bancaria Italiana di sottoscrivere con le rappresentanze nazionali dei consumatori un accordo bilaterale per estendere alle famiglie la moratoria concessa alle imprese.
La crisi che rischia di aggravarsi nel secondo semestre quando esploderanno tutti i problemi legati ai licenziamenti, alla cassa integrazione e alla crisi dei consumi si combatte e si vince non con le promesse, ma con l'attuazione di misure semplici e concrete.”
(Teleborsa)

martedì 18 agosto 2009

Disoccupazione senza ripresa

“Negli Usa a giugno 247 mila persone hanno perso il lavoro ma i mercati hanno esultato perché il calo è stato minore del previsto, sebbene le perdite di maggio fossero state molto superiori alle aspettative. Il fattore che ha abbassato la disoccupazione statunitense dal 9,5% al 9,4% è dato dall'abbandono della ricerca attiva di lavoro da parte di 440 mila persone. Queste sono i disoccupati scoraggiati che - avendo perso ogni speranza nel trovare lavoro - escono dalle statitische riducendo paradossalmente la disoccupazione. Dal crollo della produzione industriale e del pil in Italia, alle perdite occupazionali americane, i dati positivi sono virtualmente inesistenti. Quelli negativi invece si accumulano: giorni fa è arrivata la notizia che (anche) in Giappone i salari sono calati, del 7%. Come può riprendere l'attività se la massa dei consumatori, i salariati appunto, subisce tali decurtazioni nel reddito? Ovviamente dopo circa due anni di cali ininterrotti si raggiunge il punto del cosiddetto bottoming out, ove ulteriori cadute sono meno drastiche. Successe così negli anni anni Trenta ma negli Usa la ripresa non venne, semmai vi furono delle oscillazioni, assai marcate, intorno al livello zero di crescita. Oggi proprio grazie all'esistenza di spese incomprimibili come le erogazioni delle pensioni e la più alta percentuale di impiegati pubblici – voci che per anni si è tentato di schiacciare, per fortuna senza molto successo – forse il pavimento non dovrà sprofondare ai livelli degli anni Trenta. Ma da qui a dire che c'è la ripresa è puro falso ideologico.”
(Joseph Halevi, Il Manifesto)

giovedì 30 luglio 2009

L’Espresso taglia i costi e i giornalisti

In seguito alla crisi e sulla scia della contrazione degli investimenti pubblicitari, il Gruppo Editoriale L’Espresso ha annunciato un piano di riduzione dei costi pari a ben 140 milioni di euro; il piano, nello specifico, include sia le azioni di taglio ai costi che l’azienda ha messo in atto lo scorso anno, sia le nuove iniziative di riduzione dei costi che saranno implementate nell’anno in corso. In particolare, i tagli ai costi inizieranno ad avere effetti positivi già sull’esercizio annuale di bilancio in corso e, a regime, anche sul bilancio 2010. Il Gruppo Editoriale L’Espresso prevede di abbattere del 22% i costi industriali, e del 15% gli altri costi. Interventi previsti anche sul personale, in particolare quello giornalistico delle testate La Repubblica e L'espresso

Il mercato, ha accolto con entusiasmo il piano di taglio ai costi, visto che il titolo, dopo una partenza al fulmicotone, registra al momento a Piazza Affari un rialzo del 5%.
Mediobanca, il gruppo presieduto da Cesare Geronzi, pur mantenendo un giudizio neutral sul titolo, ha sottolineato come le misure approvate siano superiori alle attese, anche considerando i tagli già annunciati nel 2008. Inoltre, al banca evidenzia che i 140 milioni previsti dal piano corrispondono al 17 % del totale dei costi del 2008.