Visualizzazione post con etichetta Mediobanca. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Mediobanca. Mostra tutti i post

giovedì 14 marzo 2013

Andrea Cingoli: contro la crisi serve attenzione alle esigenze dei clienti

Andrea Cingoli, ad di Banca Esperia
Andrea Cingoli, ad di Banca Esperia
Secondo Andrea Cingoli, amministratore delegato di Banca Esperia, le banche devono "capire le esigenze dei clienti". La crisi, infatti, sta spingendo le private bank italiane a diversificare i servizi e a dare la priorità alla consulenza fiscale. 
Banca Esperia è l'istituto di private banking che fa capo a Mediobanca e Mediolanum, con 13,6 miliardi di asset a fine settembre, che nel 2010 ha avviato un servizio di consulenza che ha già inciso per 1,5 miliardi di euro sulle masse.
Andrea Cingoli continua: "La gestione dei grandi patrimoni in Italia e in Europa occidentale dal 2008 è in crisi strutturale, non solo a causa dell'andamento dei mercati. L'industria è ancora focalizzata sulla gestione finanziaria del patrimonio. Ma visto che i mercati sono molto volatili, questi servizi non hanno saputo rispondere alle aspettative della clientela generando disaffezione. Per tornare alla redditività occorre rivedere i modelli. In particolare, quello vincente deve essere focalizzato, per quanto riguarda gli asset finanziari, su una maggiore decorrelazione rispetto alle attività di impresa o professionali e una diversificazione globale degli investimenti, finora focalizzati su strumenti e mercati nazionali. Infine, ci vuole anche un supporto consulenziale per la gestione delle aziende di famiglia e dei beni immobili. E nell'acquisizione di professionalità in questi campi, compreso l'M&A, che intendiamo investire" conclude Andrea Cingoli, che per il 2012 anticipa un aumento dei ricavi del 35% a fronte di costi stabili, anche grazie alla cessione delle attività nei fondi hedge e immobiliari.
(da "Banche e banchieri")

mercoledì 27 febbraio 2013

Mediobanca: utile raddoppiato per l'istituto guidato da Alberto Nagel

Alberto Nagel, l'ad di Mediobanca
Alberto Nagel, l'ad di Mediobanca
Mediobanca, l'istituto guidato da Alberto Nagel, ha visto nel primo semestre un utile raddoppiato a 124 milioni, con ricavi a 911 milioni (-6,4%). Il trimestre è in utile per 14,8 milioni (6,6 milioni un anno fa) e sopra il consensus (era a -10 milioni), con ricavi a 457,6 milioni (497,6 milioni un anno fa).
Il risultato segnato da Mediobanca nel semestre chiuso a fine dicembre, il primo dell'esercizio della banca, riflette da un lato - spiega l'istituto in una nota - il forte rallentamento del quadro congiunturale e dell'attività verso famiglie e imprese, dall'altro la prudente politica di impiego del gruppo, il costante contenimento dei costi e il mantenimento di un'elevata qualità degli attivi. Il principale coefficiente patrimoniale, il core tier 1, sale all'11,8%, a settembre 2012 era a 11,5%. Sui ricavi incide l'apporto stabile del trading (106 milioni contro 112 milioni) e la crescita degli utili delle partecipazioni (da 72 a 86 milioni) compensano parte della riduzione del margine di interesse (-7% rispetto a un anno prima) e delle commissioni nette (-14% a anno fa). L'istituto sottolinea la positiva diversificazione tra corporate e retail. Il margine di interesse di gruppo è stabile negli ultimi 6 mesi, con la crescita del retail che blancia le flessione del corporate. Tra le singole divisioni, il corporate e investiment banking vede un utile netto a 124 milioni per il contributo positivo dei mercati e il buon controllo dei costi di struttura e del rischio. Nel credito al consumo i ricavi e la qualità degli attivi sono stabili con un Roac (ritorno sul capitale allocato) al 10%.  
Compass tra l'altro si consolida quale secondo operatore in Italia con una quota di mercato del 10% (14% nei prestiti personali).

venerdì 26 ottobre 2012

Mediobanca pubblica la graduatoria delle società italiane 2012

Mediobanca ha pubblicato ieri l'annuale graduatoria delle principali società italiane operanti nei settori industria, commercio, finanza, leasing, factoring, banche, assicurazioni.
I dati presentati dall'istituto guidato da Alberto Nagel, si riferiscono agli esercizi 2010 e 2011 e prendono in considerazione un totale di 1009 gruppi e 2550 imprese..
Nell'industria e nei servizi l'indagine considera le società italiane che hanno raggiunto nell'ultimo esercizio un fatturato di almeno 50 milioni di euro.
Questa indagine rappresenta la base per l'estrazione delle società selezionate per il Premio Mediobanca alle imprese dinamiche.
 L'indagine è disponibile per il donwload gratuito a questo link:http://www.mbres.it/it/publications/leading-italian-companies

venerdì 19 ottobre 2012

Banca Esperia. Per l'istituto di Andrea Cingoli nuova spinta alle acquisizioni

Andrea Cingoli
Andrea Cingoli
Banca Esperia, l'istituto guidato da Andrea Cingoli ha perfezionato il 16 ottobre 2012 l’acquisizione di Fiduciaria San Babila SpA e di Cidneo Fiduciaria Srl, società autorizzate all’esercizio dell’attività fiduciaria e attive nell’area della Lombardia grazie alla presenza a Milano, Bergamo e Brescia.

Come si legge dalla nota ufficiale, per Banca Esperia, private bank fondata nel 2001 grazie a una joint venture tra Mediobanca e Mediolanum e guidata dall'amministratore delegato Andrea Cingoli, questa operazione si inserisce nell’ambito della strategia di sviluppo basata sulla costante evoluzione dei servizi di Wealth Planning, finalizzati all’ottimizzazione delle soluzioni per l’organizzazione, la pianificazione e la protezione del patrimonio, che vedono nei servizi fiduciari un elemento chiave.

Attraverso queste acquisizioni, Banca Esperia continua ad affondare le sue radici in territori chiave e prosegue nella crescita che ha portato al raggiungimento di 13,6 miliardi di euro di asset under management a fine settembre 2012.

martedì 19 giugno 2012

Renato Pagliaro

Renato Pagliaro
Renato Pagliaro, presidente di Mediobanca
Renato Pagliaro è nato nel 1957 a Milano dove si è laureato nel 1981 presso l’Università Bocconi in Economia Aziendale con la valutazione di 110/100 e lode. Un anno dopo riceve l’idoneità alla professione di Dottore Commercialista e in seguito si iscrive all’Albo dei Dottori Commercialisti di Milano. Nel gennaio del 1993 è iscritto nel Registro dei revisori contabili. Per quanto riguarda le esperienze professionali di Renato Pagliaro:
•    nel settembre 1981 entra in Mediobanca
•    nel 1985 diventa Funzionario
•    nel 1991 diviene Dirigente
•    nel 1997 è Direttore Centrale
•    aprile 2002 ha conquistato il titolo di Vice Direttore Generale
•    aprile 2003 Condirettore Generale-Segretario del Consiglio di Amministrazione
•    dall’ottobre 2008 al maggio 2010 gli è affidata la carica di Direttore Generale
•    da luglio 2007 a ottobre 2008 ricopre l’incarico di Presidente del Consiglio di Gestione
•    da ottobre 2008 ottiene il posto di Consigliere di Amministrazione
•    dal maggio 2010 è Presidente del CDA
Renato Pagliaro è anche Consigliere di Amministrazione di alcune importanti società quotate come Telecom Italia S.p.A. e Pirelli & C. S.p.A. , nonché sindaco effettivo dell’Istituto Europeo di Oncologia S.r.l.

giovedì 31 maggio 2012

Indagine Mediobanca-Unioncamere: le medie imprese resistono alla crisi?

Alberto Nagel e Renato Pagliaro
Alberto Nagel e Renato Pagliaro
Mediobanca, l’istituto guidato da Alberto Nagel e Renato Pagliaro, insieme a Unioncamere, ha presentato a Parma l’indagine sulle medie imprese industriali del nord est.
Secondo la ricerca, le medie imprese, proprio grazie alla loro peculiare struttura organizzativa e produttiva, resistono alla crisi e si confermano la punta di diamante del made in Italy all’estero

Su questa pagina del sito dell’Ufficio Studi è disponibile il download dello studio: http://www.mbres.it/it/publications/italian-medium-sized-enterprises

lunedì 30 aprile 2012

Mediobanca

Mediobanca nasce nell’immediato dopoguerra, per conto della Banca Commerciale Italiana (oggi Intesa San Paolo) insieme a Credito Italia (adesso UniCredit) a cui si associa poi il Banco di Roma (poi Capitalia, fusa nel 2007 in UniCredit), per "soddisfare le esigenze a media scadenza delle imprese produttrici" e per stabilire un "rapporto diretto fra il mercato del risparmio e il fabbisogno finanziario per il riassetto produttivo delle imprese".
Nel 1973 l'attività viene estesa alle operazioni di finanziamento con scadenza fino a 20 anni. Sin dalla sua nascita l’istituto sostiene i principali gruppi industriali italiani e insieme a Spafid, gestioni fiduciarie (1948), Compass, credito al consumo (1951) e Selma, ora SelmaBipiemme Leasing, nel leasing (1970) è stato tra i primi ad entrare nel settore parabancario.
Il 1956 è l’anno della sua entrata in Borsa.
Negli anni ’70 il portafoglio di partecipazioni di Mediobanca include Generali (4.5%), Fiat (2.5%), Montedison (2.5%), Olivetti (5%), Pirelli&C (3.3%) e Fondiaria Vita (10%).
Nel gennaio 1988 viene creato un nuovo assetto azionario volto a stabilire l’equilibrio tra soci pubblici e privati, mantenendone però l’indipendenza gestionale. In tale ambito, le tre banche fondatrici riducono il loro possesso dal 57% al 25% del capitale; una quota viene rilevata da un gruppo di imprese private che, raggiungendo una partecipazione equivalente a quella delle tre banche, stipulano con le stesse un sindacato di blocco; la restante quota viene collocata sul mercato nel novembre 1988.
Due anni più tardi nasce Mediobanca International, per operare sul mercato internazionale dei capitali, e nel 1992 è resa operativa Micos, ora CheBanca, per il settore dei finanziamenti immobiliari.
Alberto Nagel e renato Pagliaro, ad e Presidente di Mediobanca
Alberto Nagel e renato Pagliaro, ad e Presidente di Mediobanca
Agli inizi del nuovo millennio si privatizzano Banca di Roma, BNL, Telecom Italia ed Enel e i lavori sono coordinati da Mediobanca. Nel frattempo si amplia il suo portafoglio di partecipazioni (la quota in Assicurazioni Generali viene incrementata sino al 12,5%). Nell'aprile 2000 Banca Commerciale Italiana, cede la sua partecipazione ad altri membri del sindacato di blocco. Nel luglio 2000 viene costituita Duemme, in "joint venture" con Mediolanum, per operare nel "private banking" di fascia alta; la società, denominata poi Banca Esperia, diviene operativa nel luglio 2001. A dicembre 2004 invece, Mediobanca raggiunge il totale controllo di Compagnie Monégasque de Banque (CMB), banca leader nel private banking nel principato di Monaco. Viene creata, in seguito, una succursale a Parigi (luglio 2004) mentre nel 2006 viene aperto l’ufficio di brokeraggio a New York seguito, l’anno dopo, dall’apertura delle filiali di Madrid e Francoforte. A fine 2007 anche UniCredit cede  le azioni che deteneva. L’istituto acquisisce poi Linea dal Banco Popolare e della Banca Popolare di Vicenza. Nel 2008 diventa operativa la sede di Londra, focalizzata sulle attività di capital markets.
Oggi Mediobanca è guidata da Renato Pagliaro, Alberto Nagel e Francesco Saverio Vinci, gruppo direttivo eletto nel 2003.

domenica 19 febbraio 2012

Mediobanca chiude in utile il semestre luglio-dicembre

Mediobanca, l'istituto bancario guidato da Alberto Nagel, Renato Pagliaro e Francesco Saverio Vinci, chiude in utile il semestre luglio-dicembre.
Per il consenso degli analisti l'utile netto sarà di 7 milioni.
I dati dei primi sei mesi dell'esercizio 2011-12, che verranno approvati dall'esecutivo, dal cda e dal patto di sindacato dei soci mercoledì prossimo, potrebbero addirittura essere migliori delle previsioni.
Le maggiori soddisfazioni arrivano dall'estero e dal credito al consumo, confermando la bontà della diversificazione. Mentre il focus resta anche puntato sulla riduzione dei costi.
Questo è quanto riporta oggi il Giornale.

venerdì 20 gennaio 2012

Mediobanca torna in cabina di regia con Renato Pagliaro e Alberto Nagel

Alberto Nagel
Alberto Nagel
È il momento dei tecnici: a Roma il Governo dei professori, a Mediobanca il governo dei banker. Mediobanca è tornata a essere uno snodo centrale nel riassetto del capitalismo nostrano: è particolare che, per merito o eredità, nel susseguirsi di operazioni destinate a modificare la geografia della finanza italiana, negli ultimi tempi si sia sempre ritrovata a centro campo.
La terza generazione manageriale guidata dal presidente Renato Pagliaro e dall'ad Alberto Nagel ha dato però un'impronta nuova alla regia delle operazioni dell'istituto. Sotto l'egida di Enrico Cuccia, il ruolo di cassa di compensazione del capitalismo nostrano si era riflesso nella complessa ragnatela di partecipazioni incrociate che tutt'oggi in parte resiste. Nella stagione di Cesare Geronzi, l'expertise professionale della banca aveva dovuto in qualche modo fare i conti con il capitalismo di relazioni di cui l'ex presidente era gran maestro.
Il passato è passato, ma l'eredità va gestita. La partita aperta del momento – quella di FonSai – era iniziata con Mediobanca sotto scacco. Titolare di un'esposizione da oltre 1 miliardo nei confronti della compagnia – frutto di un prestito senior concesso nel 2003 dall'allora ad Vincenzo Maranghi – l'istituto era stato relegato allo scomodo ruolo di spettatore al tentativo di riassetto centrato sull'ingresso di Groupama nella holding Premafin. La sorprendente evoluzione della vicenda, dopo l'approdo alla direzione generale di FonSai di Piergiorgio Peluso (proveniente da UniCredit, ma con un trascorso nel team di Mediobanca), ha visto invece Mediobanca nel ruolo di pivot con una soluzione assicurativa – l'aggregazione con Unipol – che, per materializzarsi, ha comunque dovuto districarsi tra i vincoli del contesto. Chiaro che per la compagnia delle coop rosse puntare direttamente su FonSai, ignorando Premafin, avrebbe consentito un minor dispendio di energie e di quattrini. Ma senza passare dal salvataggio della holding dei Ligresti, l'operazione non si sarebbe mai concretizzata, visto che UniCredit, azionista obbligato di FonSai con il 6,6% rilevato con l'ultimo aumento di capitale, è esposta consistentemente anche sulla filiera non quotata a monte.
Anche su Edison era iniziata male. Qui si risale indietro di un decennio, ai tempi in cui la scalata Fiat-Edf a Montedison aveva sottratto all'istituto una provincia rilevante dell'impero. Mediobanca era poi rientrata in gioco, con tutt'altro ruolo che quello del "padrone", in appoggio alla cordata italiana che ha tentato il condominio con i francesi nell'attività dell'energia sulla quale si era rifocalizzato il gruppo di Foro Buonaparte. Il compromesso sulla spartizione di Edison tra Edf e le municipalizzate capeggiate da A2A non porta però la firma di Mediobanca, che si è limitata a sottoscrivere la soluzione condotta in porto da Corrado Passera, già in veste di ministro dello Sviluppo economico.
C'è poi il capitolo delle ricapitalizzazioni del credito. Mediobanca si è assunta rischi da capogiro garantendo l'infornata di aumenti di Ubi, Banco Popolare, Mps, Bpm, fino ad arrivare a UniCredit, dove il suo pro-quota, col cappello di co-global coordinator, è di 750 milioni tondi. Ma dove l'intervento dei "tecnici" di Mediobanca è stato davvero di rottura è nella messa in sicurezza della Popolare di Milano, che non avrebbe potuto raccogliere 800 milioni sul mercato senza una svolta nella governance, posta come pregiudiziale dall'istituto guidato da Alberto Nagel per garantire il 30% dell'inoptato. Così, concordando i passi con la Banca d'Italia, si è arrivati al sistema duale e alla consegna delle leve operative a Piero Montani, un manager che proprio Mediobanca anni fa aveva sponsorizzato per l'operazione di risanamento della Popolare di Novara sfociata nelle nozze con la Verona. Anche in Mps è approdato, fresco di nomina, un manager in ottimi rapporti con la premiata ditta, Fabrizio Viola (ex Bper ed ex Bpm). Mediobanca - che ha curato l'ultima ricapitalizzazione da 2,15 miliardi del Monte, ha partecipato al finanziamento da 600 milioni per consentire alla Fondazione di seguire l'aumento e ancor prima aveva confezionato l'operazione dei bond Freshes – probabilmente avrà un ruolo anche nella ristrutturazione della banca tesa a evitare l'ulteriore maxi-aumento suggerito dall'Eba che polverizzerebbe il controllo dell'Ente.
Dalla finanza alla governance, il confine qualche volta è labile. Dall'aggiustamento soft su Telecom con la presidenza esecutiva affidata a Franco Bernabè, a quello clamoroso su Generali sfociato nelle dimissioni di Geronzi. Prossimo test Rcs (che in primavera rinnova il board), dove già la Mediobanca della terza generazione si è fatta promotrice del riassetto che riconsegnato centralità, anche rispetto al patto, al cda della holding, con l'abolizione del consiglio della Quotidiani in formato grandi soci.
(da Il Sole 24 Ore)

mercoledì 14 dicembre 2011

Francesco Saverio Vinci

Francesco Saverio Vinci è Direttore Generale di Mediobanca e Vice-Presidente del Comitato Esecutivo.

Nato a Milano il 10 novembre 1962, Vinci è sposato e ha 2 figli. Dopo aver conseguito la maturità classica nel 1981, si è laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi, nel 1987.

Francesco Saverio Vinci ha iniziato a lavorare in Mediobanca nel 1987, ricoprendo incarichi di sempre maggiore responsabilità:
- Direttore Centrale dell’Area Mercati Finanziari dal 2000,
- Vice Direttore Generale dal marzo 2006,
- Componente del Consiglio di Gestione dal luglio 2007,
- Componente del CdA e Membro del Comitato Esecutivo dall’ottobre 2008,
- Direttore Generale e Vice Presidente del Comitato Esecutivo dal maggio 2010.

Attualmente Francesco Saverio Vinci è anche Vice Presidente di Mediobanca Securities USA LLC e membro del CdA di Assicurazioni Generali, Banca Esperia, Compagnie Monégasque de Banque, Perseo S.p.A. e Italmobiliare S.p.A.

martedì 13 dicembre 2011

Alberto Nagel

Alberto Nagel (Milano, 7 giugno 1965) è Amministratore Delegato di Mediobanca e Vicepresidente di Assicurazioni Generali.

Dopo avere conseguito la maturità classica nel 1984 presso l'Istituto Leone XIII, Alberto Nagel si è iscritto a Economia Aziendale all'Università Bocconi di Milano, dove si è laureato nel 1990.

Alberto Nagel
Alberto Nagel
Assunto in Mediobanca il 2 aprile 1991, Alberto Nagel vi ha svolto l'intera carriera con crescenti responsabilità:
  • nel 1991 ha iniziato a lavorare presso il Servizio Finanziario,
  • poi è passato al Segretariato generale del quale è diventato Responsabile nel 1997,
  • con l'evoluzione della struttura Organizzativa di Mediobanca, ha poi assunto la Responsabilità della Divisione Investment Banking,
  • il primo aprile 1995 è stato nominato Funzionario,
  • il primo febbraio 1998 Direttore Centrale,
  • il 12 aprile 2002 Vice Direttore generale,
  • il 14 aprile 2003 Direttore generale,
  • nel luglio 2007 Consigliere Delegato,
  • nell'ottobre 2008 Amministratore Delegato.
Alberto Nagel è inoltre stato Sindaco delle Assicurazioni Generali negli anni compresi fra il 1996 ed il 2004, anno in cui è diventato Amministratore della stessa.
Nel 2010 è stato nominato vicepresidente di Assicurazioni Generali.
Dal luglio 2000 è Consigliere di Amministrazione di Banca Esperia.
È inolte Consigliere di Amministrazione dell'Associazione Bancaria Italiana (ABI).

martedì 1 novembre 2011

Andrea Cingoli: La crisi? Nessun impatto negativo sul wealth management

Andrea Cingoli
Andrea Cingoli
Andrea Cingoli, l'amministratore delegato di Banca Esperia, ritiene che l'impatto della crisi finanziaria mondiale sull'attività di wealth management, di gestione patrimoniale, sarebbe molto limitato:
«Per quanto riguarda la gestione degli investimenti - ha spiegato Andrea Cingoli in un'intervista al Resto del Carlino - non ci sono state forti variazioni strettamente legate alla crisi finanziaria mondiali. Il punto di equilibrio è sempre quello tra ricerca del rendimento e rischio. Crisi o non crisi il nostro modo di operare dedica una buona parte del rapporto con il cliente, soprattutto all'inizio, all'individuazione del profilo di investitore che abbiamo davanti. Un aspetto, però, è cambiato: la crisi ha reso evidenti a tutti che non esiste un settore no-risk, nessuna attività può essere considerata a rischio zero».

domenica 30 ottobre 2011

Mediobanca tiene testa alla crisi: utili per 57 milioni

Alberto Nagel, ad di Mediobanca
Alberto Nagel, ad di Mediobanca
Mediobanca sembra anzi fiduciosa che il momento possa essere propizio per muoversi ed esorta così l'importante partecipata Telecom Italia a fare acquisizioni. «La valorizzazione va fatta per via ordinaria, ma anche straordinaria - dice al riguardo il numero uno di Mediobanca Alberto Nagel -. È un tema importante, condiviso da tutti i soci Telco, ma va rimesso all'ad di Telecom e non prioritariamente ai soci». Sulla partita per l'elezione del rappresentante delle minoranze alla fine non incide il recente tema del collegamento tra i due soci della banca, Cariverona e Unicredit: anche senza il voto di Verona risulta comunque eletto il candidato portato dalle fondazioni, il presidente Carisbo Fabio Roversi Monaco, che vince il testa a testa con il candidato dei fondi, l'economista Francesco Giavazzi. Assogestioni si deve accontentare così di piazzare il suo candidato Natale Freddi alla presidenza del collegio sindacale. Dal Cda appena insediato, per lo più in riconferma di quello uscente, oltre all'intera conferma dell'assetto di vertice emerge anche il nuovo comitato nomine, l'organismo della banca che decide sui vertici delle partecipazioni strategiche: Generali, Telecom e Rcs MediaGroup. Per la prima volta, con il cambio di governance deciso a luglio e approvato con il nuovo statuto varato dall'assemblea, l'organismo non risulta più espressione delle tre anime del patto (banche, soci industriali ed esteri), ma ai tre nomi interni (Renato Pagliaro, Alberto Nagel e Francesco Saverio Vinci) si affiancheranno due indipendenti: Angelo Casò (presidente del patto) ed Elisabetta Magistretti. Tornando ai risultati, nel primo trimestre dell'esercizio 2011-2012 Mediobanca ha registrato utili per 57 milioni e in flessione del 55% rispetto allo scorso anno. Soffrono invece gli indicatori dipendenti dal mercato, i proventi da negoziazione passano da 79,7 milioni a un dato negativo per 12 milioni. L'istituto opera un'ulteriore rettifica su titoli di Stato greci per 44,5 milioni, che allinea il valore al 50% del nominale.
(da Il Tempo di ieri)

martedì 6 settembre 2011

Mediobanca: novità per l'istituto guidato da Alberto Nagel

Per Mediobanca si prospetta un autunno decisivo, con Diego Della Valle che è salito all'1,9% e Vincent Bollorè che punta al 6% (il secondo azionista singolo dopo Unicredit con l'8,6%).
"Ci sono elementi che appartengono al «nuovo corso» dell'istituto guidato da Alberto Nagel, sempre meno holding e più banca d'affari, più internazionale e retail. Un nuovo corso che si ritrova anche nella quotazione: rispetto ad agosto 2010 la capitalizzazione di Mediobanca è rimasta pressoché invariata a 5,5 miliardi. Però 12 mesi fa la partecipazione in Generali (13,2% circa) valeva 3 miliardi, mentre le attività bancarie 2,5. Oggi i pesi si sono invertiti: la quota detenuta nel Leone ha perso circa 500 milioni, la banca ne ha guadagnati 500.
In quanto alla solidità, Mediobanca ha oggi un core tier 1 superiore all'11%. Facendo sempre riferimento ai termini messi sotto osservazione da Basilea 3, l'istituto non mostra tensioni sulla liquidità. Il rapporto fra impieghi (35 miliardi circa) e raccolta (52 miliardi) è pari al 70%: ciò significa che il 30% è liquidità, tesoreria, e che la banca non ha bisogno di raccogliere «a qualunque prezzo», anzi."
Dal punto di vista industriale va segnalato il successo di Che Banca! e l'attenzione alla partita sulla Popolare di Milano. E nel futuro sembra esserci sempre meno holding e maggior impegno sul fronte del "merchant".
(da Corriere della Sera: "Mediobanca: soci e strategie. Nuovo attivismo in Piazzetta Cuccia")

martedì 30 marzo 2010

Cesare Geronzi a Generali. Assemblea patto Mediobanca indica Casò e Pagliaro

Renato Pagliaro
Renato Pagliaro
L'assemblea del patto di sindacato di Mediobanca si è riunita oggi prima dell'ultima e definitiva riunione del comitato nomine.

Preso atto dell'orientamento di Cesare Geronzi "di dimettersi contestualmente dalle cariche ricoperte in Mediobanca, inclusa la presidenza del patto di sindacato", qualora venisse eletto presidente di Generali, ha deliberato di indicare Angelo Casò per la carica di presidente del patto di sindacato, oltre che Renato Pagliaro per la presidenza della banca.

venerdì 26 marzo 2010

Cesare Geronzi presidente a Generali, Pagliaro a Mediobanca

Cesare Geronzi presidente delle Generali e Renato Pagliaro presidente di Mediobanca. A quanto apprende l'Adnkronos sono queste le scelte che il comitato nomine di Mediobanca che si riunisce alle 15,30 si troverà sul tavolo. Al termine di una mattina densa di incontri, dunque, l'accordo sembra essere stato raggiunto sui due nomi più accreditati per le poltrone strategiche di Generali e Mediobanca”.
Questa l'ultima notizia, dall'agenzia Adnkronos.

Cesare Geronzi e Alberto Nagel in Mediobanca, oggi comitato nomine

Cesare Geronzi e Generali. Nuovo aggiornamento:
Alle 15,30 si riunirà il Comitato Nomine che dovrà vagliare la lista dei candidati al consiglio di amministrazione delle Generali, in vista dell'assemblea del 24 aprile.
Cesare Geronzi e Alberto Nagel devono incontrarsi, a norma di statuto, prima della riunione, per esaminare la lista da proporre al comitato, che ha sei componenti: oltre a Cesare Geronzi e Alberto Nagel, ne fanno parte i vicepresidenti Dieter Rampl e Marco Tronchetti Provera, il direttore generale Renato Pagliaro e il finanziere bretone Vincent Bollorè, capofila dei soci esteri della banca.
Ieri sera la lista risultava ancora incompleta, poiché, come scritto nell’ultimo post, Cesare Geronzi e Alberto Nagel non si erano ancora confrontati. (fonte Adnkronos)
Ci sentiamo con un altro post più tardi per aggiornamenti.

giovedì 25 marzo 2010

Cesare Geronzi non ha incontrato Nagel: ancora 2 giorni per accordarsi

Cesare Geronzi, il presidente di Mediobanca, ieri era a Roma, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore. Non c'è stato dunque alcun incontro, né contatto, con l'amministratore delegato Alberto Nagel al quale, da statuto, spetta il compito, sentito il presidente, di proporre la lista per il rinnovo del consiglio di Generali, indicando tra l’altro le preferenze per l'assetto di vertice.
“Alla luce di quanto emerso in questi giorni, sembrava essersi delineata una situazione di perfetta parità tra i componenti del comitato nomine (con l'incognita delle reali intenzioni dei soci francesi). Formalmente però nessun nome è stato speso e la situazione, ancora fluida, dovrà necessariamente confluire verso una soluzione condivisa.
Tre comunque sono le ipotesi spese finora dietro le quinte. C'è anzitutto Cesare Geronzi che, pur avendo finora in pubblico negato interesse per l'incarico a Trieste, non avrebbe lasciato cadere le sollecitazioni in tal senso arrivategli da alcuni azionisti. Nei giorni scorsi si era affacciata anche l'idea della "promozione" alla presidenza dell'attuale amministratore delegato della compagnia, Giovanni Perissinotto. Ma è chiaro che se si formalizza una candidatura Cesare Geronzi (che dalla sua nel comitato nomine può contare sull'appoggio di Marco Tronchetti Provera), la soluzione interna non raccoglierebbe l'unanimità. Infine, c'è l'attuale presidente Antoine Bernheim, che nonostante l'età (compirà 86 anni a settembre), non ha ancora rinunciato a sperare nella riconferma, magari per un periodo limitato.
In questo quadro la discriminante rischia di essere la posizione dei soci francesi, in comitato rappresentati da Vincent Bolloré. L'entourage del finanziere bretone nei giorni scorsi accreditava che Bolloré avrebbe difeso fino all'ultimo il suo mentore Bernheim. Ma le dichiarazioni rilasciate martedì a Parigi, in occasione della presentazione dei conti di Havas, sono parse più tiepide. Bollorè, richiamandosi all'obiettivo dell'unanimità, ha osservato che la lista la fa il comitato nomine di Mediobanca, ma le cariche le decide poi il consiglio di Generali. Sembra un'ovvietà, che si sposa però con il messaggio che arriva dall'entourage di Cesare Geronzi”.
Che dire? Ancora un paio di giorni di pazienza …

mercoledì 10 marzo 2010

Cesare Geronzi, Antoine Bernheim o Mario Draghi? Le ultime news su Generali

Le ultime notizie da La Stampa sulla "questione Generali":
"Generali si mantiene in territorio positivo in controntendenza a mercati ancora intonati negativamente: l'azione passa di mano a 17,55 euro con un rialzo dello 0,34 per cento. Durante la seduta di oggi il titolo ha anche toccato un massimo a quota 17,62. Continuano le incertezze sulla presidenza del gruppo in scadenza, la mancanza di un accordo tra gli azionisti sul nome di Cesare Geronzi sembra riproporre, secondo indiscrezioni di stampa, l'attuale presidente Antoine Bernheim. Il quotidiano britannico ha lanciato la candidatura di Mario Draghi al vertice della compagnia assicurativa, di certo l'equilibrio fra azionariato italiano e francese di Generali e della sua maggiore azionista Mediobanca appare sotto pressione".

giovedì 3 dicembre 2009

Cresce il debito di Mariella Burani

Secondo quanto riportato ieri da Il Sole 24 Ore, il debito a breve termine di Mariella Burani Fashion Group è cresciuto di 10,1 milioni rispetto a fine settembre.
L’advisor per la ristrutturazione del debito del gruppo emiliano è Mediobanca, l'istituto bancario di Cesare Geronzi e della questione ho già parlato in diversi post a cui rimando:

lunedì 15 giugno 2009
Burani: Mediobanca, la banca di Cesare Geronzi, advisor per la ristrutturazione, impone l’uscita dal settore gioielli
mercoledì 15 luglio 2009
Mediobanca advisor di Antichi Pellettieri: l'istituto di Cesare Geronzi studia la ristrutturazione
mercoledì 16 settembre 2009
Burani e Mediobanca: la banca di Cesare Geronzi conferma la validità del piano di ristrutturazione