Parliamo di Rc Auto: La Repubblica.
Milano - Nel momento più duro per il comparto Rc Auto, il mondo bancario decide di entrare con forza nel business. Un’apparente contraddizione, che in realtà si spiega con la volontà degli istituti di far leva sulla propria presenza radicata nel territorio per ampliare le opportunità di guadagno. Così, anche nel 2013 i premi nel ramo della Rc Auto sono calati del 7% e le tariffe del
4,5%, Intesa SanPaolo ha da poco annunciato il lancio di ViaggiaConMe, polizza accompagnata dall’assistenza alla guida per 24 ore al giorno. All’interno dell’abitacolo è di fatti presente un dispositivo (quindi non siamo in presenza della classica scatola nera nascosta) che consente al guidatore di richiedere l’assistenza della compagnia in caso di incidenti o altra necessità. Un prodotto che consente la rateizzazione mensile del premio per venire incontro alle difficoltà di molte famiglie ed è basato su un elevato contenuto di servizio, che consente all’istituto di Ca’ de Sass di sfuggire alla competizione basata solo sul prezzo. Inoltre viene offerta la possibilità di ottenere una riduzione del prezzo della garanzia attraverso la scelta dell’opzione franchigia. In caso di sinistro con colpa, non viene applicato il peggioramento alla classe di bonus/ malus. Attualmente l’83% delle polizze danni è venduta nelle agenzie, mentre solo il 3% presso le banche (per il resto, il 6% fa capo alle assicurazioni dirette e l’8% ai broker): così Intesa San-Paolo vede ampi spazi di recupero, forte anche della presenza capillare sul territorio nazionale con 4mila filiali bancarie, che ne fanno il leader nazionale. L’obiettivo è arrivare al 2017 con un milione di clienti, pari a circa il 10% di tutta la clientela del gruppo bancario. Il raggiungimento di questo target non sarebbe sufficiente per proiettare il gruppo finanziario ai primi posti del segmento assicurativo danni (oggi la sua quota di mercato ammonta allo 0,7%), ma aiuterebbe a diversificare le entrate, a fronte delle incertezze che ancora caratterizzano l’economia. Su questa strada intende muoversi anche Unicredit, in partnership con Allianz, che partirà a ottobre con la proposta di coperture Rc Auto e punta a 500mila assicurati nel medio termine.
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lunedì 30 giugno 2014
lunedì 19 maggio 2014
Non solo marketing così gli istituti adesso scoprono i social network
Anche le banche stanno scoprendo come l'utilizzo dei social possa favorire il marketing. Un articolo riportato da Repubblica lo spiega bene:
Sono arrivate più tardi rispetto alle aziende di altri settori, ma le banche stanno recuperando posizioni nel campo dei social media, avendo intuito che questi canali possono offrire una spinta importante per migliorare la relazione con la clientela. Una ricerca condotta da Social Minds sul tema rivela che gli istituti di credito italiani sui social a fine gennaio erano il 62%, ben più del 55% rilevato a maggio. Il canale più utilizzato risulta essere LinkedIn, seguito da YouTube, Facebook e Twitter. Quanto a quest’ultimo, il tasso di risposta medio alle domande è dell’82%, con un tempo medio di attesa di sette ore e trenta minuti, in linea con quanto registrato in altri settori. Anche Kpmg ha dedicato una ricerca, che si è soffermata sulle motivazioni che spingono gli istituti a utilizzare questo canale. Al primo posto ragioni di comunicazione e marketing, seguita dall’engagement della clientela attuale e potenziale (gli istituti puntano a mostrarsi interessanti, disponibili e coinvolgenti) e dal supporto agli utenti. Nella maggior parte dei casi i progetti sui social media sono seguiti da team interni (42% dei casi) o misti (37%), a dimostrazione della rilevanza attribuita a questi strumenti di comunicazione, che possono creare problemi in caso di cattiva gestione. Secondo Kpmg, fra un anno il 95% delle banche avrà una pagina Facebook, l’84% YouTube e il 79% Twitter.
Sono arrivate più tardi rispetto alle aziende di altri settori, ma le banche stanno recuperando posizioni nel campo dei social media, avendo intuito che questi canali possono offrire una spinta importante per migliorare la relazione con la clientela. Una ricerca condotta da Social Minds sul tema rivela che gli istituti di credito italiani sui social a fine gennaio erano il 62%, ben più del 55% rilevato a maggio. Il canale più utilizzato risulta essere LinkedIn, seguito da YouTube, Facebook e Twitter. Quanto a quest’ultimo, il tasso di risposta medio alle domande è dell’82%, con un tempo medio di attesa di sette ore e trenta minuti, in linea con quanto registrato in altri settori. Anche Kpmg ha dedicato una ricerca, che si è soffermata sulle motivazioni che spingono gli istituti a utilizzare questo canale. Al primo posto ragioni di comunicazione e marketing, seguita dall’engagement della clientela attuale e potenziale (gli istituti puntano a mostrarsi interessanti, disponibili e coinvolgenti) e dal supporto agli utenti. Nella maggior parte dei casi i progetti sui social media sono seguiti da team interni (42% dei casi) o misti (37%), a dimostrazione della rilevanza attribuita a questi strumenti di comunicazione, che possono creare problemi in caso di cattiva gestione. Secondo Kpmg, fra un anno il 95% delle banche avrà una pagina Facebook, l’84% YouTube e il 79% Twitter.
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