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sabato 13 ottobre 2012

Massimo Caputi è il prescelto da Prelios

Massimo Caputi ex ad Fimit
Massimo Caputi
Massimo Caputi, ex ad di Fimit, ha ottenuto l'esclusiva su Prelios.

"Il cda di Prelios ha dato l'esclusiva alla Feidos di Massimo Caputi, ex numero uno di Fimit, preferendo questa proposta a quella degli americani di Fortress. La proposta presentata da Feidos e che ha ottenuto dal cda di Prelios l'esclusiva di un mese si basa su una forte iniezione di capitale e una revisione della struttura finanziaria complessiva per riportare il debito sotto controllo.
La trattativa proseguirà nelle prossime settimane e l'offerta iniziale potrebbe subire alcune modifiche, tuttavia almeno gli obiettivi sono stati definiti. A regime la nuova Prelios dovrebbe avere una capitalizzazione attorno ai 175 milioni grazie a un'operazione da complessivi 135 milioni (il resto è il suo valore attuale attualizzato post-aumento). I nuovi capitali arriveranno per 25 milioni da Feidos attraverso un aumento di capitale riservato, per altri 25 milioni dagli attuali aderenti al patto di sindacato (Camfin, Mediobanca, Edizione della famiglia Benetton, Generali, Intesa Sanpaolo e Massimo Moratti) e per i restanti 85 milioni dal mercato.
Per cautelarsi nel caso in cui il mercato non dovesse sottoscrivere l'aumento di capitale per la quota di sua spettanza, di questi ultimi 85 milioni, 30 milioni saranno garantiti dalle banche attraverso la conversione dei crediti e 55 milioni per cassa. L'offerta di Feidos si basa anche su una revisione della struttura finanziaria del debito che attualmente evidenzia un rosso di circa 550 milioni, compresi gli oneri finanziari fino a fine anno. «Abbiamo già individuato un manager di standing internazionale e grande esperienza nel settore immobiliare cui affidare la guida della società» ha detto Massimo Caputi, presidente di Feidos tracciando l'identikit del possibile nuovo ad a cui affiderebbe il rilancio di Prelios. «Obiettivo del pool di investitori riuniti attorno a Feidos - spiega Massimo Caputi, a cui è stata concessa una trattativa in esclusiva per un mese - è trasformare Prelios, anche grazie ad un immediato aumento di capitale, in un polo europeo di servizi immobiliari finanziari». «Intendiamo rilanciare dismettendo gli investimenti diretti che hanno creato un debito insostenibile, operando per creare grande valore per azionisti di Prelios e Investitori dei Fondi gestiti» aggiunge invece Giuseppe Cornetto Bourlot, presidente di Schroeders Italia e esponente degli investitori di Feidos11.
Intanto Davide Malacalza si è dimesso dal cda di Prelios. Prelios ha chiuso la semestrale con circa 600 milioni di patrimonio e 550 di debiti: situazione insostenibile senza un completo turnround dell'azienda, un cambio di strategia, un forte aumento di capitale. Negli ultimi anni Prelios ha puntualmente presentato conti in negativo e forti svalutazioni, mettendo anche a rischio i soldi degli investitori presenti negli oltre 80 veicoli gestiti."
(da Il Tempo "Il cda Prelios sceglie il socio: la cordata di Massimo Caputi")

martedì 10 luglio 2012

Fondi di investimento: debutta Generali RE

Vigilia da debutto per Generali Real Estate, la nuova società in cui sono confluite tutte le attività di servizi e di gestione immobiliare del Leone di Trieste e che diventerà operativa lunedì 2 luglio. Sebbene all’interno di un quadro preoccupante - un mercato asfittico, con domanda debole, offerta in crescita, prezzi che vacillano ma soprattutto scambi al lumicino, per le case come per gli altri immobili - l’esordio della nuova creatura avviene sotto i migliori auspici. Il colosso con 28 miliardi di asset in gestione (immobili di Generali e di terzi) si presenta infatti sulla scena con l’ok a un nuovo fondo immobiliare da 500 milioni, fresco di autorizzazione da parte della Banca d’Italia. Prende così forza e consistenza il nuovo approccio di Generali al mattone, varato alla fine dello scorso anno con la creazione appunto di Generali Real Estate affidata all’amministratore delegato Giancarlo Scotti (presidente è Raffaele Agrusti, direttore generale della compagnia assicurativa): concentrare tutte le attività internazionali in Italia sotto l’ombrello della nuova nata (le 11 società internazionali sono ora filiali della realtà italiana) così da proporsi al mercato come operatore real estate a tutto tondo, dunque aperto anche a clienti terzi. Si tratta di fatto della prima multinazionale italiana del mattone, forte del maggior patrimonio immobiliare in gestione tra i player europei e di un team di 600 professionisti, ma soprattutto con obiettivi di crescita e di redditività importanti: il 6% l’anno da qui al 2016, passando da 28 a 36 miliardi di euro di asset in gestione. All’interno di queste cifre, ancora più ambiziosi sono i target di sviluppo delle gestione conto terzi, oggi pari all’8-10% dei 28 miliardi di asset under management, percentuale che dovrà man mano portarsi verso il 15-16%. I restanti 26 miliardi di asset sono direttamente posseduti dal gruppo Generali, un patrimonio che oggi esprime una plusvalenza latente superiore a 5 miliardi di euro, pari al 30%, rimasta costante anche in questi anni di grave turbolenza, confermando quindi l’efficacia della politica di investimento attuata dal gruppo. Il total return, calcolato a valori di mercato, si è assestato invece intorno al 5%. L’immenso patrimonio posseduto direttamente deriva dall’approccio continuativo della compagnia di Trieste nei confronti degli investimenti immobiliari, considerati funzionali al business assicurativo sia per gli interessanti ritorni nel lungo periodo (redditività ricorrente e creazione di valore) sia perché soggetti a minore volatilità. Il patrimonio del Leone include anche immobili di grande importanza storica e architettonica, così come altri di valenza modernissima e hi-tech, che ha sempre gestito in modo attivo svolgendo negli anni continua attività di rotazione del portafoglio. In particolare il portafoglio del gruppo, con immobili di pregio concentrati nelle grandi capitali, è attualmente per il 65% destinato ad uso uffici, per il 10% al residenziale, per il 15% al retail e per il restante 10% ad altri usi. La quota di residenziale è stata molto ridotta negli ultimi anni a favore di uffici e spazi commerciali, proprio per migliorare la redditività del portafoglio. La maggior parte degli immobili si trova in Europa, in particolare il 41% in Italia, il 21% in Francia, il 17%, in Germania, il 18% negli altri Paesi europei. A Generali Re fanno capo anche le società di gestione dei fondi. Ed è proprio Generali Immobiliare Italia sgr, società specializzata nella gestione di fondi (ne ha già sette) nata nel 2006 e con oltre 4,5 miliardi di masse gestite, che in questi giorni ha istituito Effepi, il nuovo fondo da 500 milioni e con durata ventennale, in cui sono confluiti gli immobili del Fondo Pensione Unicredit. Lo scorso febbraio, la sgr si era aggiudicata la gara per la gestione di tale fondo, mandato che prevedeva appunto anche l’istituzione e la gestione di un fondo immobiliare.
(da Massimo Caputi blog)

lunedì 30 aprile 2012

Mediobanca

Mediobanca nasce nell’immediato dopoguerra, per conto della Banca Commerciale Italiana (oggi Intesa San Paolo) insieme a Credito Italia (adesso UniCredit) a cui si associa poi il Banco di Roma (poi Capitalia, fusa nel 2007 in UniCredit), per "soddisfare le esigenze a media scadenza delle imprese produttrici" e per stabilire un "rapporto diretto fra il mercato del risparmio e il fabbisogno finanziario per il riassetto produttivo delle imprese".
Nel 1973 l'attività viene estesa alle operazioni di finanziamento con scadenza fino a 20 anni. Sin dalla sua nascita l’istituto sostiene i principali gruppi industriali italiani e insieme a Spafid, gestioni fiduciarie (1948), Compass, credito al consumo (1951) e Selma, ora SelmaBipiemme Leasing, nel leasing (1970) è stato tra i primi ad entrare nel settore parabancario.
Il 1956 è l’anno della sua entrata in Borsa.
Negli anni ’70 il portafoglio di partecipazioni di Mediobanca include Generali (4.5%), Fiat (2.5%), Montedison (2.5%), Olivetti (5%), Pirelli&C (3.3%) e Fondiaria Vita (10%).
Nel gennaio 1988 viene creato un nuovo assetto azionario volto a stabilire l’equilibrio tra soci pubblici e privati, mantenendone però l’indipendenza gestionale. In tale ambito, le tre banche fondatrici riducono il loro possesso dal 57% al 25% del capitale; una quota viene rilevata da un gruppo di imprese private che, raggiungendo una partecipazione equivalente a quella delle tre banche, stipulano con le stesse un sindacato di blocco; la restante quota viene collocata sul mercato nel novembre 1988.
Due anni più tardi nasce Mediobanca International, per operare sul mercato internazionale dei capitali, e nel 1992 è resa operativa Micos, ora CheBanca, per il settore dei finanziamenti immobiliari.
Alberto Nagel e renato Pagliaro, ad e Presidente di Mediobanca
Alberto Nagel e renato Pagliaro, ad e Presidente di Mediobanca
Agli inizi del nuovo millennio si privatizzano Banca di Roma, BNL, Telecom Italia ed Enel e i lavori sono coordinati da Mediobanca. Nel frattempo si amplia il suo portafoglio di partecipazioni (la quota in Assicurazioni Generali viene incrementata sino al 12,5%). Nell'aprile 2000 Banca Commerciale Italiana, cede la sua partecipazione ad altri membri del sindacato di blocco. Nel luglio 2000 viene costituita Duemme, in "joint venture" con Mediolanum, per operare nel "private banking" di fascia alta; la società, denominata poi Banca Esperia, diviene operativa nel luglio 2001. A dicembre 2004 invece, Mediobanca raggiunge il totale controllo di Compagnie Monégasque de Banque (CMB), banca leader nel private banking nel principato di Monaco. Viene creata, in seguito, una succursale a Parigi (luglio 2004) mentre nel 2006 viene aperto l’ufficio di brokeraggio a New York seguito, l’anno dopo, dall’apertura delle filiali di Madrid e Francoforte. A fine 2007 anche UniCredit cede  le azioni che deteneva. L’istituto acquisisce poi Linea dal Banco Popolare e della Banca Popolare di Vicenza. Nel 2008 diventa operativa la sede di Londra, focalizzata sulle attività di capital markets.
Oggi Mediobanca è guidata da Renato Pagliaro, Alberto Nagel e Francesco Saverio Vinci, gruppo direttivo eletto nel 2003.

mercoledì 14 dicembre 2011

Francesco Saverio Vinci

Francesco Saverio Vinci è Direttore Generale di Mediobanca e Vice-Presidente del Comitato Esecutivo.

Nato a Milano il 10 novembre 1962, Vinci è sposato e ha 2 figli. Dopo aver conseguito la maturità classica nel 1981, si è laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi, nel 1987.

Francesco Saverio Vinci ha iniziato a lavorare in Mediobanca nel 1987, ricoprendo incarichi di sempre maggiore responsabilità:
- Direttore Centrale dell’Area Mercati Finanziari dal 2000,
- Vice Direttore Generale dal marzo 2006,
- Componente del Consiglio di Gestione dal luglio 2007,
- Componente del CdA e Membro del Comitato Esecutivo dall’ottobre 2008,
- Direttore Generale e Vice Presidente del Comitato Esecutivo dal maggio 2010.

Attualmente Francesco Saverio Vinci è anche Vice Presidente di Mediobanca Securities USA LLC e membro del CdA di Assicurazioni Generali, Banca Esperia, Compagnie Monégasque de Banque, Perseo S.p.A. e Italmobiliare S.p.A.

martedì 13 dicembre 2011

Alberto Nagel

Alberto Nagel (Milano, 7 giugno 1965) è Amministratore Delegato di Mediobanca e Vicepresidente di Assicurazioni Generali.

Dopo avere conseguito la maturità classica nel 1984 presso l'Istituto Leone XIII, Alberto Nagel si è iscritto a Economia Aziendale all'Università Bocconi di Milano, dove si è laureato nel 1990.

Alberto Nagel
Alberto Nagel
Assunto in Mediobanca il 2 aprile 1991, Alberto Nagel vi ha svolto l'intera carriera con crescenti responsabilità:
  • nel 1991 ha iniziato a lavorare presso il Servizio Finanziario,
  • poi è passato al Segretariato generale del quale è diventato Responsabile nel 1997,
  • con l'evoluzione della struttura Organizzativa di Mediobanca, ha poi assunto la Responsabilità della Divisione Investment Banking,
  • il primo aprile 1995 è stato nominato Funzionario,
  • il primo febbraio 1998 Direttore Centrale,
  • il 12 aprile 2002 Vice Direttore generale,
  • il 14 aprile 2003 Direttore generale,
  • nel luglio 2007 Consigliere Delegato,
  • nell'ottobre 2008 Amministratore Delegato.
Alberto Nagel è inoltre stato Sindaco delle Assicurazioni Generali negli anni compresi fra il 1996 ed il 2004, anno in cui è diventato Amministratore della stessa.
Nel 2010 è stato nominato vicepresidente di Assicurazioni Generali.
Dal luglio 2000 è Consigliere di Amministrazione di Banca Esperia.
È inolte Consigliere di Amministrazione dell'Associazione Bancaria Italiana (ABI).

martedì 6 settembre 2011

Mediobanca: novità per l'istituto guidato da Alberto Nagel

Per Mediobanca si prospetta un autunno decisivo, con Diego Della Valle che è salito all'1,9% e Vincent Bollorè che punta al 6% (il secondo azionista singolo dopo Unicredit con l'8,6%).
"Ci sono elementi che appartengono al «nuovo corso» dell'istituto guidato da Alberto Nagel, sempre meno holding e più banca d'affari, più internazionale e retail. Un nuovo corso che si ritrova anche nella quotazione: rispetto ad agosto 2010 la capitalizzazione di Mediobanca è rimasta pressoché invariata a 5,5 miliardi. Però 12 mesi fa la partecipazione in Generali (13,2% circa) valeva 3 miliardi, mentre le attività bancarie 2,5. Oggi i pesi si sono invertiti: la quota detenuta nel Leone ha perso circa 500 milioni, la banca ne ha guadagnati 500.
In quanto alla solidità, Mediobanca ha oggi un core tier 1 superiore all'11%. Facendo sempre riferimento ai termini messi sotto osservazione da Basilea 3, l'istituto non mostra tensioni sulla liquidità. Il rapporto fra impieghi (35 miliardi circa) e raccolta (52 miliardi) è pari al 70%: ciò significa che il 30% è liquidità, tesoreria, e che la banca non ha bisogno di raccogliere «a qualunque prezzo», anzi."
Dal punto di vista industriale va segnalato il successo di Che Banca! e l'attenzione alla partita sulla Popolare di Milano. E nel futuro sembra esserci sempre meno holding e maggior impegno sul fronte del "merchant".
(da Corriere della Sera: "Mediobanca: soci e strategie. Nuovo attivismo in Piazzetta Cuccia")

martedì 7 dicembre 2010

Cesare Geronzi: le società di assicurazioni in tempo di crisi

Nell'attuale scenario di crisi, Cesare Geronzi rivendica che "per le Generali, come per le altre società assicurative europee operanti sia nel ramo vita sia nel ramo danni, non si sono resi necessari aumenti di capitale, ma si è avuta esclusivamente una riduzione temporanea del dividendo per il 2009".
"Ora ci accingiamo a presentare un risultato di esercizio senz’altro soddisfacente. Il nuovo anno sarà affrontato con un rafforzamento organizzativo e un potenziamento delle strategie".

Il tema caldo è la nomina del country manager per l’Italia, previsto dalla governante ma ad oggi vacante, per il quale si da il nome dell’attuale cfo, Raffaele Agrusti.
"Deciderà il Consiglio di Amministrazione - ha detto Cesare Geronzi - io posso solo dare un contributo nel momento delle decisioni. Agrusti? E’ tanto bravo che può fare qualunque cosa".
A buon intenditor...

martedì 5 ottobre 2010

Secondo Paolo Scaroni, compensi dei manager cresciuti in modo spropositato

Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni e membro del consiglio di amministrazione del gruppo Generali di Cesare Geronzi, solleva il problema dei compensi troppo alti ai manager.

"Negli ultimi anni le remunerazioni dei manager sono aumentate "in modo sproporzionato". Fra i dirigenti e i comitati di remunerazione "si e' creato un circuito chiuso che si e' autoalimentato". Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Eni, sottolinea il problema degli alti compensi dei manager, cresciuti a dismisura negli ultimi anni. Partecipando a un convegno sul tema organizzato dalla Fondazione Istud e dalla Fondazione Ambrosianeum a Milano, Paolo Scaroni ha spiegato che "le remunerazioni dei manager dovrebbero essere meglio proporzionate". E in Italia il problema "e' ancora piu' grave perche' spesso il manager coincide con l'azionista". Paolo Scaroni ha poi citato il caso di Generali, un gruppo "che puo' funzionare come un benchmark italiano. Paolo Scaroni, che e' anche membro del cda del gruppo assicurativo, ha spiegato che "siamo arrivati a definire un meccanismo, un sistema di coinvestimento che prevede un allineamento del manager agli azionistiIl manager, ha spiegato Paolo Scaroni, "prende dei bonus annuali e li investe in azioni Generali e dopo un certo numero di anni puo' avere in regalo azioni, tante se ha fatto bene e zero se ha fatto male. Si tratta certamente - ha concluso - di un meccanismo sano"."
(dal blog di Fabio Barnetta, Paolo Scaroni solleva il problema dei compensi troppo alti ai manager)

lunedì 24 maggio 2010

Cesare Geronzi: Generali ha quintuplicato l’utile grazie a innovazione e competitività

Generali, con il suo nuovo board guidato da Cesare Geronzi, non soffre la crisi e archivia il primo trimestre dell'anno con un utile cinque volte superiore a quello dello stesso periodo del 2009.

L'utile netto dei primi tre mesi è infatti salito a 527 milioni di euro rispetto ai 104 milioni del primo trimestre dello scorso anno e soprattutto a fronte delle aspettative di mercato che indicavano 477 milioni.

Cesare Geronzi ha evidenziato «la capacità d'innovazione e la competitività del Gruppo che ha dimostrato di essere in grado di migliorare la redditività e di corrispondere alle aspettative di una clientela diversificata». E questo grazie alla strategia di «sviluppare la linea tradizionale di tutela del risparmio per rispondere alla crescente concorrenza a livello internazionale».

Nella nuova era di Generali, ha detto ancora Cesare Geronzi, ci sarà «un'ulteriore crescita, un forte radicamento in Italia».

lunedì 26 aprile 2010

Anche Luigi Vianello e Angelo De Mattia nella squadra di Cesare Geronzi

Cesare Geronzi, nel gruppo Assicurazioni Generali, eserciterà compiti di "sovraintendenza sull'attuazione delle delibere del Consiglio di Amministrazione e del Comitato esecutivo e delle strategie aziendali, sui rapporti con gli organismi istituzionali pubblici, nazionali o sovranazionali, con gli Azionisti e le Associazioni rappresentative nonché sulle relazioni esterne della Società". Sua responsabilità diretta saranno "la gestione delle funzioni concernenti le relazioni esterne, la comunicazione e i rapporti istituzionali di Gruppo".

Cesare Geronzi, appena insediatosi alla guida del Leone, sta già lavorando alla propria personale squadra di collaboratori, che dovrebbe comprendere una figura di spicco come Angelo De Mattia, funzionario della Banca d'Italia di lungo corso, in passato segretario particolare dell'ex governatore Antonio Fazio. A capo della comunicazione dovrebbe andare Luigi Vianello, che seguirà il nuovo presidente da Mediobanca, dove ricopriva il medesimo ruolo.

Confermati anche i nomi dei due amministratori delegati, ognuno con compiti specifici. A Giovanni Perissinotto è stata attribuita la guida e la gestione operativa della Società e del Gruppo sia in Italia che all'estero, mentre a Sergio Balbinot è andata la gestione operativa degli affari assicurativi all'estero e della riassicurazione, sia in Italia che all'estero. Sergio Balbinot avrà anche la responsabilità delle attività tecniche e attuariali, sia in Italia che all'estero.

(da delleconomia.it)

sabato 24 aprile 2010

Cesare Geronzi, presidente di Generali. Sergio Balbinot e Giovanni Perissinotto ad

Cesare Geronzi è il nuovo presidente di Generali.
E' fatta. Adesso la notizia è davvero ufficiale.

Ecco il resto del board:
Vicepresidenti Vincent Bollore', Francesco Gaetano Caltagirone e Alberto Nagel.
Amministratori delegati Sergio Balbinot e Giovanni Perissinotto.

Nel consiglio di amministrazione, che rimarrà in carica per tre anni, Cesare Geronzi, Vincent Bollore', Alberto Nagel, Giovanni Perissinotto, Sergio Balbinot, Ana Botin, Francesco Caltagirone, Diego Della Valle, Leonardo Del Vecchio, Petr Kellner, Angelo Miglietta, Alessandro Pedersoli, Lorenzo Pellicioli, Reinfried Pohl, Paolo Scaroni, Francesco Saverio Vinci con Cesare Calari, Carlo Carraro e Paola Sapienza per la minoranza.

Nel comitato esecutivo il presidente Cesare Geronzi, i tre vice presidenti Vincent Bollore', Francesco Gaetano Caltagirone e Alberto Nagel, gli amministratori delegati Sergio Balbinot e Giovanni Perissinotto, oltre a Leonardo Del Vecchio e Lorenzo Pellicioli.

L'ex presidente Antoine Bernheim è presidente onorario.

lunedì 19 aprile 2010

Generali: grande fermento sulla futura nuova governance

Venerdì 16 aprile, a una settimana all'assemblea del 24 aprile prossimo che rinnoverà il consiglio di amministrazione di Generali, si è riunito un gruppo di grandi soci della compagnia, titolari complessivamente del 10% circa del capitale, per mettere a punto “una linea comune in tema di deleghe, incarichi e poteri da assegnare ai nuovi vertici della compagnia”
In particolare, con la prevista uscita dell'attuale presidente Antoine Bernheim e l'arrivo di Cesare Geronzi a sostituirlo, questi soci chiedono una governance "più chiara e netta", con Geronzi nel ruolo di "chairman" e Giovanni Perissinotto, che ora è uno dei due ad insieme a Sergio Balbinot, come "unico vero e prorio capo azienda forte".
“All'incontro tra soci svoltosi nella mattinata hanno partecipato il costruttore Francesco Gaetano Caltagirone (che ha circa il 2%), Lorenzo Pellicioli (De Agostini, con il 2,5%), Leonardo Del Vecchio di Luxottica (meno del 2%), il magnate ceco Petr Kellner (2% circa), Roberto Meneguzzo e Angelo Miglietta (questi ultimi due per Ferak e Fondazione Crt, che insieme attraverso Effeti hanno acquistato da UniCredit un 2,26%)”.
“Due di loro, Caltagirone e Pellicioli, hanno poi fatto visita nel pomeriggio all'amministratore delegato di Mediobanca (primo azionista del Leone con quasi il 15%), con il quale si sono intrattenuti per quasi un'ora e mezza per illustrargli le proprie istanze”.
(fonte: notizie.virgilio.it)

venerdì 26 marzo 2010

Cesare Geronzi presidente a Generali, Pagliaro a Mediobanca

Cesare Geronzi presidente delle Generali e Renato Pagliaro presidente di Mediobanca. A quanto apprende l'Adnkronos sono queste le scelte che il comitato nomine di Mediobanca che si riunisce alle 15,30 si troverà sul tavolo. Al termine di una mattina densa di incontri, dunque, l'accordo sembra essere stato raggiunto sui due nomi più accreditati per le poltrone strategiche di Generali e Mediobanca”.
Questa l'ultima notizia, dall'agenzia Adnkronos.

Cesare Geronzi e Alberto Nagel in Mediobanca, oggi comitato nomine

Cesare Geronzi e Generali. Nuovo aggiornamento:
Alle 15,30 si riunirà il Comitato Nomine che dovrà vagliare la lista dei candidati al consiglio di amministrazione delle Generali, in vista dell'assemblea del 24 aprile.
Cesare Geronzi e Alberto Nagel devono incontrarsi, a norma di statuto, prima della riunione, per esaminare la lista da proporre al comitato, che ha sei componenti: oltre a Cesare Geronzi e Alberto Nagel, ne fanno parte i vicepresidenti Dieter Rampl e Marco Tronchetti Provera, il direttore generale Renato Pagliaro e il finanziere bretone Vincent Bollorè, capofila dei soci esteri della banca.
Ieri sera la lista risultava ancora incompleta, poiché, come scritto nell’ultimo post, Cesare Geronzi e Alberto Nagel non si erano ancora confrontati. (fonte Adnkronos)
Ci sentiamo con un altro post più tardi per aggiornamenti.

giovedì 25 marzo 2010

Cesare Geronzi non ha incontrato Nagel: ancora 2 giorni per accordarsi

Cesare Geronzi, il presidente di Mediobanca, ieri era a Roma, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore. Non c'è stato dunque alcun incontro, né contatto, con l'amministratore delegato Alberto Nagel al quale, da statuto, spetta il compito, sentito il presidente, di proporre la lista per il rinnovo del consiglio di Generali, indicando tra l’altro le preferenze per l'assetto di vertice.
“Alla luce di quanto emerso in questi giorni, sembrava essersi delineata una situazione di perfetta parità tra i componenti del comitato nomine (con l'incognita delle reali intenzioni dei soci francesi). Formalmente però nessun nome è stato speso e la situazione, ancora fluida, dovrà necessariamente confluire verso una soluzione condivisa.
Tre comunque sono le ipotesi spese finora dietro le quinte. C'è anzitutto Cesare Geronzi che, pur avendo finora in pubblico negato interesse per l'incarico a Trieste, non avrebbe lasciato cadere le sollecitazioni in tal senso arrivategli da alcuni azionisti. Nei giorni scorsi si era affacciata anche l'idea della "promozione" alla presidenza dell'attuale amministratore delegato della compagnia, Giovanni Perissinotto. Ma è chiaro che se si formalizza una candidatura Cesare Geronzi (che dalla sua nel comitato nomine può contare sull'appoggio di Marco Tronchetti Provera), la soluzione interna non raccoglierebbe l'unanimità. Infine, c'è l'attuale presidente Antoine Bernheim, che nonostante l'età (compirà 86 anni a settembre), non ha ancora rinunciato a sperare nella riconferma, magari per un periodo limitato.
In questo quadro la discriminante rischia di essere la posizione dei soci francesi, in comitato rappresentati da Vincent Bolloré. L'entourage del finanziere bretone nei giorni scorsi accreditava che Bolloré avrebbe difeso fino all'ultimo il suo mentore Bernheim. Ma le dichiarazioni rilasciate martedì a Parigi, in occasione della presentazione dei conti di Havas, sono parse più tiepide. Bollorè, richiamandosi all'obiettivo dell'unanimità, ha osservato che la lista la fa il comitato nomine di Mediobanca, ma le cariche le decide poi il consiglio di Generali. Sembra un'ovvietà, che si sposa però con il messaggio che arriva dall'entourage di Cesare Geronzi”.
Che dire? Ancora un paio di giorni di pazienza …

mercoledì 10 marzo 2010

Cesare Geronzi, Antoine Bernheim o Mario Draghi? Le ultime news su Generali

Le ultime notizie da La Stampa sulla "questione Generali":
"Generali si mantiene in territorio positivo in controntendenza a mercati ancora intonati negativamente: l'azione passa di mano a 17,55 euro con un rialzo dello 0,34 per cento. Durante la seduta di oggi il titolo ha anche toccato un massimo a quota 17,62. Continuano le incertezze sulla presidenza del gruppo in scadenza, la mancanza di un accordo tra gli azionisti sul nome di Cesare Geronzi sembra riproporre, secondo indiscrezioni di stampa, l'attuale presidente Antoine Bernheim. Il quotidiano britannico ha lanciato la candidatura di Mario Draghi al vertice della compagnia assicurativa, di certo l'equilibrio fra azionariato italiano e francese di Generali e della sua maggiore azionista Mediobanca appare sotto pressione".

mercoledì 4 novembre 2009

Caltagirone pesa su Generali: Cesare Geronzi riuscirà a sostituire Bernheim?

A settembre Francesco Gaetano Caltagirone ha acquistato nuove quote di Generali (525 mila azioni, pari allo 0,07% del capitale), strategiche, secondo i ben informati, in vista del rinnovo del Cda nel 2010.
Caltagirone incrementando la propria partecipazione, potrebbe infatti guadagnare cosi’ un maggior peso per decidere se ai vertici di Generali rimarrà Antoine Bernheim o se lo sostituirà Cesare Geronzi.
Perché, anche se Cesare Geronzi continua a ribadire di non avere mire su Generali, i giochi sono ancora aperti e molti non danno credito a queste sue dichiarazioni

venerdì 30 ottobre 2009

Cesare Geronzi: "Non ho alcun interesse alla presidenza di Generali"

I giochi sono ancora aperti in merito alla direzione che prenderà la vicenda del rinnovo dei vertici delle Generali quando, nel 2010, Antoine Bernheim, sarà sostituito.
A guidare i giochi delle nomine di questa che è da sempre considerata la partita più complessa e importante della finanza italiana, sarà l’attuale governance di Mediobanca, in quanto prima azionista, con il 15%, di Generali.
Da tempo i media scrivono che il più probabile candidato alla poltrona di Bernheim è proprio Cesare Geronzi, mentre quest’ultimo continua a smentire. Anche durante l'assemblea Mediobanca di mercoledì, Cesare Geronzi ha ribadito: "Non c'e' peggior sordo di chi non vuol sentire: non ho nessun interesse alla presidenza delle Generali, punto e basta".
Eppure, come scrive il Giornale, “non si può escludere che alla fine il passaggio avvenga, anzi molti ci scommettono”.

giovedì 22 ottobre 2009

Ipotesi per il post-Cesare Geronzi

Ma se Cesare Geronzi, come si sta sentendo ultimamente da più fonti, diventasse davvero il presidente di Generali, chi ne prenderebbe il posto alla Presidenza di Mediobanca?

Il problema è delicato, perché Mediobanca è partecipata dai gruppi più importanti dell’industria e della finanza italiana con una presenza influente e attiva di azionisti stranieri.
La decisione sarà degli azionisti, ma, dato il ruolo di Mediobanca nell’economia nazionale, conterà anche il parere del Governo.

Secondo il giudizio del Giornale, all’interno del gruppo sarebbe vista con favore l’ascesa alla presidenza di Alberto Nagel e la conseguente promozione al suo posto di amministratore delegato del direttore generale Renato Pagliaro.

Più interessante per il Governo l’ipotesi di vedere alla presidenza di Mediobanca Vittorio Grilli, il direttore generale del Tesoro, il cui ruolo al ministero forse adesso sta perdendo un po’ di peso per la crescita del capo di gabinetto, Vincenzo Fortunato, sicuramente la persona più ascoltata da Giulio Tremonti.

martedì 29 settembre 2009

Assicurazioni: dopo la crisi si prevede una ripresa

In Italia, quello delle assicurazioni è un settore portante del sistema economico, che realizza circa il 6% del Pil. Non è casuale infatti l’importanza acquisita in ambito finanziario dalle mosse di Mediobanca (l'istituto guidato da Cesare Geronzi) su Mediolanum o di Generali su Intesa Sanpaolo.
Nell’ultimo anno gli effetti della crisi hanno pesato parecchio, ma ora il settore prevede una sostanziosa ripresa: dopo un 2007 con un calo della raccolta premi del 7% e un 2008 con una flessione del 7,2% questo esercizio dovrebbe recuperare sull'anno scorso il 5,4 per cento di raccolta.