Miguel Fernandez Ordonez, il governatore della Banca centrale spagnola, ha indicato al Financial Times le misura che il settore bancario iberico intende intraprendere per sollevarsi dalla crisi finanziaria.
Anche se in fin dei conti le banche spagnole hanno risentito della recessione meno di altri Paesi, numerose cajas, molte delle quali legate alle autonomie locali, si sono salvate sfruttando il recente boom edilizio e oggi sono esposte ai rischi derivanti da insolvenze e crediti non pagati.
Secondo Fernandez Ordonez sono necessari accorpamenti, per un numero di banche che va da un minimo di 12 a un massimo di 20, da finanziare con un fondo, istituito ad hoc, pari a circa 99 miliardi di euro.
È poi necessario riformare il mercato del lavoro, garantendo allo stesso tempo la stabilità dei conti pubblici.
Fernandez Ordonez ha escluso un prossimo aumento dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europea.
“I mercati non si aspettano cambiamenti prima del secondo semestre del prossimo anno”, ma con la normalizzazione dei mercati finanziari, la Banca centrale spagnola dovrebbe eliminare misure di sostegno, come le offerte di liquidità illimitata fino a un anno, che, secondo il governatore della BCS, “dovrebbero essere un’eccezione”.
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