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Paolo Panchieri |
Compra vendite di case quasi dimezzate rispetto agli effervesccenti
livelli precrisi, quotazioni che si sbriciolano mese dopo mese nella
mancanza di quattrini e di investitori – in soli sei mesi da inizio anno
Bologna e Napoli sono
scese del 5 per cento, Venezia e Palermo dell’8 –
mutui e prestiti fondiari ridotti al lumicino dal terrore delle banche
di esporsi a lungo termine nel
settore immobiliare, dove chi ha delle
pendenze oggi trema. Il mattone, fino a ieri assioma di solidità che non
tradisce, si sta trasformando in un cappio al collo che
rischia di
affondare patrimoni illustri e finanzieri rampanti. Ma anche di
impoverire le normali famiglie italiane che nel mattone hanno vincolato
il 60 per cento della loro ricchezza: chi deve vendere lo fa in tempi
biblici e con forti sconti, l'Imu (di cui si avvicina la seconda
tranche) spinge ad affittare, ma con rendimenti sempre più scarsi.
Mentre chi dà in affitto su larga scala come i fondi o le Sgr (società
di gestione del risparmio) rischia ogni giorno di vedersi soffiare gli
inquilini dai concorrenti, che promettono loro canoni al ribasso più le
spese di trasloco.
«Non vedo ripresa prima del 2014», afferma Claudio
Pancheri, amministratore della società di consulenza immobi liare
Raethia, «e per sistemare le operazioni in cui sono coinvolte,
le banche
dovranno accettare un taglio del 50 per cento del valore finanziato».
Gli operatori alla cui porta prima facevano la fila, pronti ad aprire
linee di credito senza limite, sono diventati per i banchieri l'incubo
più nero. Secondo la Banca d'Italia, sul sistema bancario nazionale
gravano oltre cento miliardi di crediti in sofferenza legati al settore."
(da L'Espresso "
SOS casa")
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