venerdì 31 maggio 2013

Le imprese hanno ora bisogno che la Bce porti il tasso sui depositi sotto-zero

Sul Sole 24 Ore ho trovato questa notizia...

Gli analisti sono divisi soltanto sulla data del prossimo taglio dei tassi da parte della Banca centrale europea: giugno o luglio? Al netto di questo dubbio la maggior parte è certa che a breve l'istituto di Francoforte ridurrà ulteriormente il costo del denaro, attualmente fissato al minimo storico dell'area euro dello 0,5% (con il tasso sui depositi, quello che la Bce paga alle banche che parcheggiano la liquidità, già azzerato).
Nelle ultime ore l'Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha esortato il governatore Mario Draghi a intervenire ancora, portando in negativo il tasso sui depositi per scoraggiare quindi le banche dal parcheggiare la liquidità nel conto corrente della Bce. Con la speranza che una parte di questa liquidità finisca invece nell'economia reale, a quelle Pmi che arrancano a causa della chiusura dei rubinetti del credito (nell'ultimo anno secondo Bankitalia lo stock di prestiti bancari alle imprese si è ridotto di 40 miliardi).
Ma il punto è proprio questo: un taglio dei tassi da parte della Bce impatterà positivamente nell'economia reale? Purtroppo la speranza che questa liquidità offerta quasi gratuitamente alle banche venga girata alle imprese sono remote. Per almeno tre motivi:
1) le banche devono rafforzare il patrimonio per via dei vincoli più stringenti di Basilea III;
2) le banche preferiscono fare profitti immediati che profitti a medio-termine (anche perché i bonus ai manager vengono commisurati sui profitti annui). Questo fa sì che spesso risulti più "conveniente" per le aziende bancarie utilizzare la liquidità per compiere operazioni speculative piuttosto che oliare imprese che operano in un tessuto produttivo a Pil calante (quale appunto l'Italia);
3) non esiste una legge/regolamento che obblighi le banche a prestare soldi alle imprese. Una funzione vitale per l'economia che ad oggi rientraperò  tra le facoltà delle banche;
Per cui, l'unica speranza che una parte dell'ulteriore liquidità che finirebbe nelle casse delle banche con un conseguente taglio dei tassi da parte della Bce è che ciò accada per via indiretta. In che modo? Se il tasso sui depositi fosse portato su una soglia negativa potrebbe innescare una vendita di euro comportando a ruota una svalutazione della moneta unica. Svalutazione che risulterebbe "competitiva" per molte imprese e aiutarebbe l'export. Una ripresa dell'export e delle prospettive di utili per le imprese potrebbe poi spingere le banche a trovare più conveniente puntare su imprese nuovamente profittevoli. Ed è così, che al compimento del cerchio, le banche potrebbero tornare a prestare alle imprese la liquidità che comprano oggi a buon mercato dall Bce.
governatore Mario Draghi a intervenire ancora, portando in negativo il tasso sui depositi per scoraggiare quindi le banche dal parcheggiare la liquidità nel conto corrente della Bce. Con la speranza che una parte di questa liquidità finisca invece nell'economia reale, a quelle Pmi che arrancano a causa della chiusura dei rubinetti del credito (nell'ultimo anno secondo Bankitalia lo stock di prestiti bancari alle imprese si è ridotto di 40 miliardi).

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