Su Il Giornale si legge:
Nei dodici mesi terminati a marzo le banche italiane hanno puntato decisamente sui titoli di Stato, aumentando la loro esposizione di circa 72 miliardi. L'accelerazione è stata notevole a inizio anno (30 miliardi solo da dicembre). Nei portafogli delle banche, secondo i dati della Banca d'Italia, ci sono così circa 362 miliardi di euro contro i 290 di un anno prima. Un livello importante ma che, secondo l'istituto guidato dal governatore Ignazio Visco, è ancora ben lontano dai massimi degli anni '90. La scelta delle banche ha sostenuto le aste del Tesoro e le quotazioni sul secondario in questi mesi sempre difficili per la crisi del debito sovrano. A far da contraltare, tuttavia, ci sono i prestiti alle imprese non finanziarie che sono scesi - nell'arco di tempo considerato - di circa 29 miliardi di euro, mentre quelli alle famiglie sono diminuiti di 9 miliardi. I due subtotali ammontano rispettivamente a 855 e 606 miliardi per un valore complessivo di 1.461 miliardi (-2,55% su base annua).
«Non c'è domanda per investimenti ma per ristrutturare il debito e magari ripagare le tasse», spiega un banchiere. Le famiglie poi sono alle prese con un calo del reddito e, inoltre, le compravendite di immobili sono crollate. Certo, i tassi rappresentano un'altra barriera: a Roma e Milano un mutuo si paga il 3,9 contro il 2,8 di Berlino e addirittura le nostre aziende pagano quasi il doppio (3,5%) di quelle in Austria. Una differenza che risiede nel fatto che le banche stesse pagano il denaro molto di più delle loro rivali. Dalle banche iniziano comunque ad arrivare segnali di disponibilità a far ricominciare la crescita degli impieghi nel 2013. La pulizia dei bilanci è stata fatta svalutando o azzerando i portafogli sotto spinta della Banca d'Italia. Quest'azione ora verrà estesa a livello europeo sotto l'egida della Bce per rassicurare i mercati che non ci sono perdite occulte nei bilanci degli istituti del Vecchio Continente. Ma, in realtà, solo una ripresa dei Solo una ripresa del pil e della performance delle aziende, può far invertire la tendenza.
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