martedì 7 luglio 2009

Abi pronta al dopo-crisi con l'arrivo di Sabatini

“L'Abi ha compiuto l'ultimo passo in previsione dell'assemblea generale dell'8 luglio: la nomina di Giovanni Sabatini, finora capo della divisione Emittenti della Consob, a direttore generale. Alcune voci sostengono che la nomina coinciderebbe con il varo di un nuovo assetto organizzativo dell'associazione nel quale sarebbero enfatizzate le attribuzioni del presidente (il che sarebbe del tutto comprensibile). Presto il nuovo vertice sara' messo alla prova, considerato il livello del confronto in atto su credito e su finanza con soggetti istituzionali, politici, economici e sociali. Sono lontani i tempi delle presidenze dai nomi famosi dei Siglienti, dei Golzio, dei Parravicini, dei Barucci, accompagnati da forti direttori generali, per non dire dei vertici meno lontani. Dal canto suo, il presidente Corrado Faissola ha fatto fin qui del suo meglio per rappresentare con capacita' la professione bancaria e per tenere testa alle ricorrenti contestazioni. Cresce, comunque, l'esigenza di una robustezza culturale, professionale e operativa per rispondere a critiche, sollecitazioni, impegni interni e internazionali e per proporre linee evolutive capaci di sintetizzare gli interessi di sistema con quelli generali. Non e' piu' tempo di difese corporative. La situazione esige, ora, che si padroneggi in profondita' la conoscenza di economia, credito e finanza, oltre ad avere una capacita' di visione generale.
Se a queste esigenze non si rispondera' adeguatamente, potranno rivivere quelle correnti che in passato avrebbero voluto che l'Abi confluisse in Confindustria. Quest'ultima, di recente, ha scelto un direttore generale che lungamente ha operato nel campo della ricerca, oltre che nella gestione, ben conosciuto anche a livello internazionale, dando cosi' un segnale sul modo in cui le organizzazioni di categoria oggi, nella globalizzazione e per di piu' nella crisi, dovrebbero attrezzarsi.
Certo, nel sistema bancario non mancano personaggi assai autorevoli - Giovanni Bazoli e Cesare Geronzi, innanzitutto - che, a prescindere completamente dall'associazione, sono in grado di svolgere un ruolo di punti di riferimento e, dunque, sono capaci di rappresentare problemi e aspettative del settore, ma anche di sospingerlo alla coerenza con le esigenze dell'economia e della societa'.
Ma, allora, proprio per questo l'Abi, se vuole un futuro da protagonista, se vuole ancor meglio impiegare le diffuse professionalita' e l'impegno lavorativo al proprio interno, deve essere piu' capace di rappresentare linee propositive, prevenendo anche quelle conflittualita' - come quella ora deflagrata sulla commissione di massimo scoperto - che, abrogata da una pessima legge, sembrerebbe adesso rivivere sotto mentite spoglie, come del resto, al momento della discussione della legge in questione, era stato preconizzato da MF-Milano Finanza, proprio perche' il disposto legislativo conteneva i germi di una possibile elusione. Soprattutto in questa fase lo sviluppo degli indirizzi della Banca d'Italia in tema di trasparenza e correttezza contrattuale, in particolare in tema di erogazione del credito, sarebbe una linea da osservare con determinazione. Beninteso, non siamo al rinnovarsi o perire. Ma le istituzioni come l'Abi sono valutate soprattutto per come sono capaci di sintonizzarsi con l'evoluzione politica, economica e sociale, preservando la sostanza dei caratteri fondativi e rendendo il "servizio" al settore, senza sovrapporsi a esso, ma avendo anche l'attitudine a promuovere un'egemonia culturale. E' interesse diffuso che la prova di cui si diceva all'inizio - sulla quale si sospende il giudizio - sia bene affrontata.”
(Angelo De Mattia , MF-Mercati Finanziari)

Nessun commento:

Posta un commento