Per Unicredit è finito il tempo delle deroghe: l'istituto bancario con il quale Italpetroli è esposta per quasi trecento milioni di euro, vuole rientrare dei debito.
La minaccia è di ricorrere al Tribunale e chiedere il pignoramento dei beni che la famiglia Sensi ha messo nel calderone per garantire l'esposizione con la banca. Sarebbero pronti i documenti da presentare al giudice per avviare le procedure di vendita degli asset, eccetto la As Roma (definito un asset delicato e quindi da non toccare). Ma pare si tratti di una pressione proprio per arrivare alla Roma, visto che gli altri asset (i depositi di Civitavecchia e i terreni di Torrevecchia) non arrivano a coprire la garanzia dell'intero importo.
Inoltre Unicredit aspetta ancora la nomina del supermanager che doveva gestire la cessione: richiesta respinta al mittente da Mediobanca, il gruppo di Cesare Geronzi, advisor dei Sensi nell'operazione.
Dopo il pignoramento, il secondo passo sarà la ricerca di un compratore per la società. E qui rientra in ballo Angelini che, intuendo che l'unica strada da percorrere per prendere la Roma non era passare attraverso i Sensi ma rivolgersi direttamente a Unicredit, nei giorni scorsi ha avuto più di un contatto con i vertici della banca. Unicredit ha definito l'imprenditore farmaceutico credibile e sarebbe pronta ad appoggiarlo. Ora la palla passa nuovamente nelle mani di Angelini che dovrà completare lo studio di fattibilità avviato dai suoi advisor. Solo dopo, assieme, si formulerà un'offerta non vincolante per l'acquisizione del pacchetto di maggioranza, che potrebbe portare al passaggio di mano del club.
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