lunedì 7 gennaio 2013

Come salvare i nostri conti correnti dalle tassazioni di Monti

Ho trovato su liberoquotidiano.it una notizia molto interessante. Qui di seguito quanto citato.
Polizze, conti correnti, buoni fruttiferi, fondi di investimento, libretti postali. In attesa che nuove e più pesanti patrimoniali spuntino all’orizzonte, il 31 dicembre, con la chiusura delle rendicontazioni, la maggior parte degli italiani ha dovuto fare i conti con quella già varata dal governo Monti. E nel 2013, con l’incremento automatico di alcune aliquote sarà ancora peggio. L’intenzione dichiarata era quella di ridisegnare, ovviamente in maniera più equa, il sistema dell’imposta di bollo che gravava su alcune forme di risparmio. Il risultato è stato quello di tassare tutto il tassabile, con meccanismi di calcolo che rischiano in molti casi di rendere il conto più salato proprio per chi ha meno. Sfuggire, in maniera legale, ai nuovi balzelli sul risparmio introdotti dai professori è praticamente impossibile. Con un po’ di accorgimenti si può, però, almeno evitare di pagare più del dovuto.

Conti correnti - La norma apparentemente più semplice è quella che riguarda i conti correnti. Il Salva Italia ha introdotto un imposta di bollo fissa a 34,20 euro l’anno per tutti i rapporti finanziari, compresi i conti postali, e i libretti di risparmio sia bancari sia postali. Per i soggetti diversi dalle persone fisiche la misura del tributo viene, invece, incrementata, fino a 100 euro. Il balzello viene pagato con scadenze che rispecchiano quelle dell’estratto conto, quindi trimestrali, semestrali o annuali. E qui iniziano le prime grane. La norma, infatti, prevede due esenzioni. Una per i redditi più bassi, ovvero per chi ha una certificazione Isee sotto i 7.500 euro (rientrano in questa categoria i cosiddetti conti correnti di base). L’altra per le giacenze inferiori a 5mila euro.


Giacenze e soglie - Il problema è che il calcolo della giacenza, non è annuale, ma è effettuato sulla base della periodicità dei rendiconti. Può quindi accadere che io abbia 10 euro sul conto per tre trimestri e poi 6mila solo nell’ultimo e che io debba quindi pagare la quota di 8,55 euro (34,20 diviso 4) relativa ai tre mesi, malgrado una giacenza media inferiore ai 5mila. Per lo stesso motivo è inutile togliere i soldi prima della rendicontazione, si pagherebbe, comunque proquota per tutti i periodi in cui la soglia è stata superata. Occhio, infine, ai giochini nello spacchettare le somme. La somma per l’esenzione si calcola su tutti i rapporti intestati alla stessa persona nella stessa banca. Per evitare il salasso bisognerà, dunque, o cambiare banca oppure distribuire la cifra su un conto magari cointestato.

Conti all’estero - Inutile cercare di fuggire all’estero. Il bollo va pagato anche sui rapporti finanziari aperti con banche non italiane, che devono comunicare, tranne ovviamente nei casi di istituti con sede in paradisi fiscali, allo stato di residenza del contraente, attraverso la Uif, unità di informazione finanziaria, tutti i dati relativi al conto corrente. In più, se la movimentazione di denaro supera i 10mila euro, dovrete anche la cifra nel quadro RW della dichiarazione dei redditi. Tenendo conto che la soglia si calcola sulla movimentazione e scatterebbe, dunque, anche con un versamento di 6mila euro e un prelievo di 5mila.

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