venerdì 13 giugno 2014

«Anche in Italia le cose cambieranno»

Stavo leggendo il Sole 24 Ore e ho pensato: cambieranno veramente le cose in Italia?

Siamo terzultimi nell'economia positiva - è emerso ieri al forum di San Patrignano - e se il futuro è lì, come sostiene Jacques Attali, la strada della risalita sarà lunga.
La positività di un'economia si misura tenendo presenti altri indicatori oltre al Pil. Per l'indice di un Paese, la Commissione Attali ha considerato 29 indicatori tra cui la natalità, le infrastrutture, la stabilità politica ma anche la qualità della gestione delle risorse idriche, il grado di responsabilità sociale delle imprese presenti sul territorio. Si misurano anche le questioni ambientali, il tasso di partecipazione elettorale, la fiducia interpersonale.
Gli indicatori in sostanza fotografano il principio di altruismo razionale, principio fondamentale dell'economia positiva: «L'economia positiva è soprattutto guardare al lungo termine - commenta Jacques Attali - Si è sempre vissuto nel carpe diem e non c'è nulla di più distruttivo». «La posizione dell'Italia mi ha deluso - ha commentato Attali - ma sono certo che già dal prossimo anno le cose cambieranno». E la comunità di San Patrignano resta un modello esemplare di come concepire l'economia positiva.
In vetta alla classifica dei Paesi Ocse ci sono gli Stati del Nord Europa: Danimarca, Norvegia, Svezia. Gli Stati Uniti al 12° posto sono una sorpresa al contrario. Sebbene siano avanti nella responsabilità sociale delle imprese, dall'altro accusano un alto livello di disuguaglianza. La Germania è 13esima nonostante l'alto livello di competitività della sua economia e segna il passo rispetto al valore della condivisione nei suoi indicatori.

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