mercoledì 17 giugno 2009

Crisi: il peggio deve ancora arrivare

Quando la crisi economica ha iniziato a prendere piede negli Usa a causa della depressione dei subprime, quando tutti i sistemi bancari del mondo hanno iniziato a vacillare, il governatore della Banca di Italia, Mario Draghi, prima, e il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, poi, avevano più volte ribadito che le banche italiane erano solide abbastanza da soffrire la crisi ma non risentirne particolarmente.
Ed effettivamente, pochi giorni fa l’R&S di Mediobanca (il gruppo presieduto da Cesare Geronzi) ha confermato che le banche italiane sono più solide di tutte le altre. Nonostante la crisi finanziaria abbia messo in ginocchio sistemi e colossi economici, alcuni piccoli grandi, come Unicredit e Intesa Sanpaolo, ce l’hanno fatta. Ma le previsioni non sono certo rosee.
Così se alcuni esperti sono ottimisti e tornano a parlare di ripresa entro il 2010, altri, fra cui il capoeconomista della Banca Europea di ricostruzione e di sviluppo (Bers), Erik Berglof, ritengono che il peggio della recessione debba ancora arrivare. Ed in particolare l'allarme sarebbe scattato per le banche.
Berglof spiega: "Sembra che non sappiamo sempre ciò che c'è nel nostro sistema bancario e c'è bisogno di scoprirlo ma anche di renderlo pubblico come hanno fatto gli Usa con gli stress test. Non abbiamo ancora visto tutto, il peggio non è alle spalle”.
La Bce nel suo ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria dice, infatti, che le banche dell'Eurozona vanno incontro a nuove svalutazioni su titoli tossici e su prestiti in sofferenza per 283 miliardi di dollari tra il 2009 e il 2010 come effetto della crisi finanziaria globale. I rischi, dunque, per la stabilità finanziaria dell'Eurozona restano elevati e il ciclo del credito non ha ancora toccato il suo punto minimo.
(fonte: Marianna Quatraro – business online.it)

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