Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, intervenuto a L’Aquila alla presentazione del rapporto sull’economia abruzzese, ha lanciato l’allarme sulle condizioni dell’economia italiana.
"Il Pil in Italia, se non succede niente, se non continua a cadere, alla fine dell’anno sarà sceso del 5 %".
La ripresa ci sarà solo e si verificheranno "la tenuta dei consumi e possibilmente la tenuta del mercato del lavoro o comunque la capacità di spesa anche in presenza di una crescita della disoccupazione".
"In sostanza i comportamenti degli individui, delle imprese e dei consumatori da un lato e delle politiche economiche che nei prossimi mesi verranno adottate dall’altro, saranno le condizioni per il superamento della crisi. Condizione principale è, comunque, la tenuta dei consumi", mentre, per aumentare la crescita sul lungo periodo, "servono riforme strutturali, in modo da superare la crescita piatta che dura da 15 anni".
Secondo Draghi, inoltre "è molto presto per mettere in atto strategia di uscita dalla crisi", anche perchè "il sistema bancario non è stato ancora riparato e il credito non è ancora tornato ad affluire all’economia".
Attuare ora le cosidette exit strategy "non avrebbero nessuna credibilità, però è importante cominciare a disegnarle. Nel medio periodo occorre chiedersi come usciremo da questa condizione di politiche monetarie e fiscali straordinariamente espansive. Io non credo che i governi abbiano intenzione di tenersi per sempre le azioni delle banche e di nazionalizzarle. Nessuno ha in mente un obiettivo di questo tipo. I mercati e la gente guardano a questi punti e certamente vogliono sapere come faremo per uscire da questa situazione di espansione monetaria e di bilancio".
"Per noi l’obiettivo più importante in questa situazione è chiederci come ne usciremo. Con una crescita simile a quella con cui siamo entrati nella crisi, cioè zero? Oppure più elevata?"
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