giovedì 7 febbraio 2013

Mutui, perché l'Euribor ha ripreso a salire e fino a dove può arrivare


Ecco cosa ne sarà, secondo il Sole 24 Ore, dei nostri mutui:


L'Euribor è in risalità. Su tutte le principali scadenze (da 1 mese a 12 mesi) l'indice interbancario tanto caro alle famiglie che stanno rimborsando un mutuo a tasso variabile (o si apprestano a stipularne uno) da qualche giorno ha invertito il lungo trend al ribasso che lo ha portato a toccare i minimi di tutti i tempi. Il primo rialzo si è registrato il 24 gennaio, da allora, al piccolo trotto l'Euribor ha continuato a salire. Oggi l'Euribor a 1 mese è stato fissato allo 0,123% (pochi centesimi in più rispetto al minimo storico dello 0,107%) mentre l'Euribor a 3 mesi è stato fissato allo 0,233% (contro
il minimo a 0,181%).
Sia chiaro, si tratta di ritocchi marginali che però vanno comunque analizzati perché le rate della maggior parte dei mutui variabili sottoscritti in Italia, si adeguano di mese in mese proprio alle oscillazioni, seppur minime, di questo parametro.
Ma perché gli Euribor hanno invertito la tendenza? E fino a dove potrebbero muoversi? Proviamo a rispondere a queste due domande, in attesa di avere nuovi lumi dalla Banca centrale europea che domani tornerà - come accade per ogni primo giovedì del mese - a riunirsi in sede ordinaria e a dettare gli aggiornamenti sulla politica monetaria. E con ogni probabilità dovrebbe mantenere il tasso di riferimento (il costo del denaro) allo 0,75%, minimo di sempre per l'Eurozona. 

Perché gli Euribor stanno salendo
Tralasciando le polemiche e le indagini sulla manipolazioni degli Euribor - che recentemente si sono estese alle banche tedesche visto che l'autorità tedesca di regolamentazione dei mercati finanziari Bafin ha deciso di lanciare una inchiesta approfondita e si sta concentrando su quattro dei principali istituti bancari del Paese, tra cui Deutsche Bank e Portigon - possiamo registrare che i primi rialzi dell'Euribor sono inevitabilmente collegati alla notizia della restituzione di capitali ricevuti in prestito dalla Bce da parte di molti istituti europei.
Seconto quanto comunicato dalla Bce a fine gennaio, 278 dei 583 istituti europei che a dicembre dello scorso anno avevano ricevuto prestiti agevolati per un totale di 489 miliardi, ne hanno restituiti 137 (prima della scadenza) alla Bce. Il dato è superiore alle attese e indica sostanzialmente due cose: 1) avvio di un processo di normalizzazione del mercato interbancario; 2) riduzione di liquidità che si è riflessa sui tassi a breve, spingendoli al rialzo.
Così sono balzati i tassi Eonia (una sorta di Euribor in versione ridotta che misurano la media dei tassi interbancari su scambi giornalieri, tassi overnight). Sono risaliti gli Euribor (da 1 a 12 mesi). E sono risaliti anche i titoli di Stato tedeschi con i titoli battuti in asta a 12 mesi tornati positivi dopo che per sette mesi hanno offerto un rendimento negativo e paradossale.
«Sia chiaro, è un movimento ridotto rispetto ai minimi assoluti, prossimi allo 0, siamo risaliti di pochi centesimi - spiega Roberto Anedda, vicepresidente di Mutuionline.it -. Ma è un segnale importantissimo perché finalmente qualcosa sta tornando verso la normalità: sta ad indicare che il mercato interbancario ha cominciato a riaprirsi e questo potrebbe portare a una progressiva normalizzazione degli Euribor (la media storica degli ultimi 10 anni per l'Euribor a 3 mesi è del 3% contro lo 0,23% attuale,ndr)».

Le previsioni sugli Euribor
In questo momento i future che proiettano l'andamento dell'Euribor a 3 mesi da qui a cinque anni indicano una lenta ma costante risalita: il tasso dovrebbe portarsi allo 0,5% a fine 2013 per raddoppiare all'1% a settembre 2014 fino a raggiungere l'1,8% nel settembre 2017. Previsioni che vanno ovviamente prese con le pinze perché attualizzano quello che oggi il mercato pensa accadrà nei prossimi anni. I margini di errore, quindi, sono alti. Ma la tendenza di fondo resta valida: questi Euribor non possono che salire in conseguenza del fatto che il mercato interbancario, e quindi lo stato di salute delle banche dell'Eurozona, non può che migliorare rispetto alla condizione anomala in cui versa in questa fase.

Cosa cambia per i mutui

Una notizia che non farà piacere a chi sta rimborsando un mutuo a tasso variabile che vedrà probabilmente nei prossimi mesi piccoli ritocchi al rialzo delle rate, dopo aver però beneficiato negli ultimi anni della straordinaria caduta degli Euribor. Nel computo algebrico complessivo quindi, in caso di rialzo degli Euribor, andrebbero messi anche gli incredibili vantaggi percepiti dalla generazione di mutuatari fortunati con lo scivolone degli utlimi anni. E poi, un altro dato: le previsioni indicano sì un trend rialzista ma decisamente al piccolo trotto (150 punti base partendo da soglie azzerate) in quattro anni. Ciò significa che la differenza che oggi persiste tra i migliori mutui a tasso variabile (3%) e i migliori a tasso fisso (5%) offre ai "variabili" ancora un margine di vantaggio per valutare seriamente questa opzione, anche alla luce del trend sull'Euribor.
A ciò va aggiunto, per chi oggi si appresta a stipulare un mutuo, che un eventuale rialzo degli Euribor non potrà che essere accompagnato da una contestuale discesa degli spread applicati dalle banche sui mutui. Perché a quel punto le banche non avrebbero più giustificazioni per tenerli alti.

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