Ecco cosa ne sarà, secondo il Sole 24 Ore, dei nostri mutui:
L'Euribor
è in risalità. Su tutte le principali scadenze (da 1 mese a 12 mesi)
l'indice interbancario tanto caro alle famiglie che stanno rimborsando
un mutuo a tasso variabile (o si apprestano a stipularne uno) da qualche
giorno ha invertito il lungo trend al ribasso che lo ha portato a
toccare i minimi di tutti i tempi. Il primo rialzo si è registrato il 24
gennaio, da allora, al piccolo trotto l'Euribor ha continuato a salire.
Oggi l'Euribor a 1 mese è stato fissato allo 0,123% (pochi centesimi in
più rispetto al minimo storico dello 0,107%) mentre l'Euribor a 3 mesi è
stato fissato allo 0,233% (contro
il minimo a 0,181%).
Sia chiaro,
si tratta di ritocchi marginali che però vanno comunque analizzati
perché le rate della maggior parte dei mutui variabili sottoscritti in
Italia, si adeguano di mese in mese proprio alle oscillazioni, seppur
minime, di questo parametro.
Ma perché gli Euribor hanno invertito la
tendenza? E fino a dove potrebbero muoversi? Proviamo a rispondere a
queste due domande, in attesa di avere nuovi lumi dalla Banca centrale
europea che domani tornerà - come accade per ogni primo giovedì del mese
- a riunirsi in sede ordinaria e a dettare gli aggiornamenti sulla
politica monetaria. E con ogni probabilità dovrebbe mantenere il tasso
di riferimento (il costo del denaro) allo 0,75%, minimo di sempre per
l'Eurozona.
Perché gli Euribor stanno salendo
Tralasciando
le polemiche e le indagini sulla manipolazioni degli Euribor - che
recentemente si sono estese alle banche tedesche visto che l'autorità
tedesca di regolamentazione dei mercati finanziari Bafin ha deciso di
lanciare una inchiesta approfondita e si sta concentrando su quattro dei
principali istituti bancari del Paese, tra cui Deutsche Bank e Portigon
- possiamo registrare che i primi rialzi dell'Euribor sono
inevitabilmente collegati alla notizia della restituzione di capitali
ricevuti in prestito dalla Bce da parte di molti istituti europei.
Seconto
quanto comunicato dalla Bce a fine gennaio, 278 dei 583 istituti
europei che a dicembre dello scorso anno avevano ricevuto prestiti
agevolati per un totale di 489 miliardi, ne hanno restituiti 137 (prima
della scadenza) alla Bce. Il dato è superiore alle attese e indica
sostanzialmente due cose: 1) avvio di un processo di normalizzazione del
mercato interbancario; 2) riduzione di liquidità che si è riflessa sui
tassi a breve, spingendoli al rialzo.
Così sono balzati i tassi Eonia
(una sorta di Euribor in versione ridotta che misurano la media dei
tassi interbancari su scambi giornalieri, tassi overnight). Sono
risaliti gli Euribor (da 1 a 12 mesi). E sono risaliti anche i titoli di
Stato tedeschi con i titoli battuti in asta a 12 mesi tornati positivi
dopo che per sette mesi hanno offerto un rendimento negativo e
paradossale.
«Sia chiaro, è un movimento ridotto rispetto ai minimi
assoluti, prossimi allo 0, siamo risaliti di pochi centesimi - spiega
Roberto Anedda, vicepresidente di Mutuionline.it -. Ma è un segnale
importantissimo perché finalmente qualcosa sta tornando verso la
normalità: sta ad indicare che il mercato interbancario ha cominciato a
riaprirsi e questo potrebbe portare a una progressiva normalizzazione
degli Euribor (la media storica degli ultimi 10 anni per l'Euribor a 3
mesi è del 3% contro lo 0,23% attuale,ndr)».
Le previsioni sugli Euribor
In
questo momento i future che proiettano l'andamento dell'Euribor a 3
mesi da qui a cinque anni indicano una lenta ma costante risalita: il
tasso dovrebbe portarsi allo 0,5% a fine 2013 per raddoppiare all'1% a
settembre 2014 fino a raggiungere l'1,8% nel settembre 2017. Previsioni
che vanno ovviamente prese con le pinze perché attualizzano quello che
oggi il mercato pensa accadrà nei prossimi anni. I margini di errore,
quindi, sono alti. Ma la tendenza di fondo resta valida: questi Euribor
non possono che salire in conseguenza del fatto che il mercato
interbancario, e quindi lo stato di salute delle banche dell'Eurozona,
non può che migliorare rispetto alla condizione anomala in cui versa in
questa fase.
Cosa cambia per i mutui
Una notizia che
non farà piacere a chi sta rimborsando un mutuo a tasso variabile che
vedrà probabilmente nei prossimi mesi piccoli ritocchi al rialzo delle
rate, dopo aver però beneficiato negli ultimi anni della straordinaria
caduta degli Euribor. Nel computo algebrico complessivo quindi, in caso
di rialzo degli Euribor, andrebbero messi anche gli incredibili vantaggi
percepiti dalla generazione di mutuatari fortunati con lo scivolone
degli utlimi anni. E poi, un altro dato: le previsioni indicano sì un
trend rialzista ma decisamente al piccolo trotto (150 punti base
partendo da soglie azzerate) in quattro anni. Ciò significa che la
differenza che oggi persiste tra i migliori mutui a tasso variabile (3%)
e i migliori a tasso fisso (5%) offre ai "variabili" ancora un margine
di vantaggio per valutare seriamente questa opzione, anche alla luce del
trend sull'Euribor.
A ciò va aggiunto, per chi oggi si appresta a
stipulare un mutuo, che un eventuale rialzo degli Euribor non potrà che
essere accompagnato da una contestuale discesa degli spread applicati
dalle banche sui mutui. Perché a quel punto le banche non avrebbero più
giustificazioni per tenerli alti.
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