giovedì 7 novembre 2013

Twitter sbarca a Wall Street, tutte le ombre sulla quotazione “segreta”



Ve lo aspettavate che un'azienda come Twitter che ha fatto la sua fortuna puntando sulla trasparenza e sulla comunicazione istantanea, potesse scegliere una via di questo genere? Leggete quanto tratto dal Fatto Quotidiano.


Una denuncia per collocamento fittizio di azioni che potrebbe portare a una multa da 124 milioni di dollari, un’offerta pubblica iniziale “segreta” per sfuggire ai riflettori della stampa e 20 milioni di utenti falsi che incidono sul valore della società.

La denuncia per collocamento fittizio di azioni
Twitter è stata denunciata nei giorni scorsi da due fondi americani, che la accusano di avere progettato nel 2012 un collocamento fittizio di titoli per gonfiare la valutazione della società e creare interesse degli investitori nei confronti dell’operazione (una Initial public offering, Ipo). Precedo Capital e Continental Advisors, che si ritengono defraudate per la possibilità di acquisto poi sfumata, hanno citato in giudizio la società presso il tribunale federale di Manhattan, a New York, dicendo di essere state danneggiate “in termini di perdite di commissioni e spese così come reputazione”. Una denuncia che potrebbe costare al social network 24,2 milioni di dollari di risarcimento e altri 100 milioni di dollari di multa.

I vantaggi, secondo gli esperti, sono evidenti. La via “confidenziale” scelta da Twitter le permetterà di mantenere i dati finanziari nascosti ai concorrenti nel momento che precede la quotazione e di evitare il boom di anticipazioni che ha messo i bastoni tra le ruote a Facebook alla vigilia del disastroso sbarco in Borsa dell’anno scorso.

Un’unica certezza: affari d’oro per le banche
Resta quindi l’interrogativo su come andrà a finire l’esordio del social network sui mercati finanziari. Una cosa, per ora, è certa. Le banche d’affari che stanno orchestrando l’Ipo hanno già fatto un ottimo affare. Il bottino più ricco sarà incassato da Goldman Sachs, che porterà a casa il 38,5% delle commissioni, ovvero fino a 20 milioni di dollari. Segue Morgan Stanley con il 18% delle commissioni, Jp Morgan con il 15% e Bank of America e Deutsche Bank con l’8% ciascuna.

E l’interesse del mercato sembra non mancare. All’inizio di ottobre, pochi giorni dopo che Twitter aveva scelto il ticker TWTR come sigla di negoziazione in Borsa, alcuni investitori presi dalla fretta di puntare sul social network si sono confusi iniziando ad acquistare le azioni di un’azienda chiamata Tweeter Home Entertainment, con una sigla (TWTRQ) simile a quella di Twitter. Al punto che il titolo è arrivato a guadagnare il 1.500%, chiudendo la giornata in rialzo del 684 per cento.


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