martedì 25 febbraio 2014

Italiani più prudenti sulle scelte di investimento

Ha ragione il Sole 24 Ore a dire che siamo diventati più attenti quando si parla di risparmio? Forse la situazione economica in cui ci troviamo ci ha portato a pensare due volte prima di investire...

Italiani più prudenti rispetto al risparmio, almeno secondo il sondaggio condotto da IPR Marketing, diretto da Antonio Noto, in esclusiva per Plus24. I numeri sono eloquenti: il 64% dice di guardare più all'eventuale rischio che al rendimento e solo il 16% ammette di guardare subito (se non solo) agli schèi, al rendimento atteso. Una situazione in cui secondo Giancarlo Forestieri, ordinario di economia degli intermediari finanziari alla Bocconi: «si può riscontrare un atteggiamento che impropriamente vede il rischio come "possibilità di perdita", o quello che in letteratura è definito come loss aversion. Questo può spiegare il peso maggiore che assume rispetto al rendimento». I prodotti complessi poi rendono ancora più guardinghi gli investitori, che per l'83% si dichiarano allineati all'indicazione dell'Esma (l'authority europea dei mercati finanziari) che ha di recente avvertito: meglio evitare di investire se non si capiscono le caratteristiche del prodotto. Ovviamente questo presupporrebbe che l'investitore riesca a percepire effettivamente il prodotto di investimento che si compra. Secondo Simone Mariotti, promotore finanziario e saggista: «"Quanto rende" è da sempre la prima richiesta che arriva dalla maggior parte degli investitori. Chiunque affermi il contrario racconta storie o non ha mai avuto rapporti diretti con i risparmiatori. Che poi negli ultimi anni sia maturata una sorta di paura, che ha portato anche ad affiancare la richiesta "basta non perdere", è ugualmente vero. Ma la realtà è che si sa che ci sono dei rischi, ma pur essendone un po' più consapevoli che in passato (sempre però con grandi lacune e grandi amnesie), si tende a volere la moglie ubriaca e la botte piena»

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