venerdì 14 marzo 2014

Draghi: pronti ad agire contro il super euro. La moneta unica cala a 1,38

Leggevo l''articolo seguente sul Sole 24 Ore e ho pensato potessere essere interessante condividerlo.

La forza dell'euro sta diventando «sempre più rilevante» sulle decisioni della Bce e il presidente Mario Draghi ha riaffermato che l'istituzione «sarà pronta ad agire con misure decisive, se necessario». Una presa di posizione che conferma il crescente disagio dell'istituzione per l'accelerazione dei rialzi dell'euro, seguito all'assenza di misure espansive, la scorsa settimana, proprio dall'Eurotower. Disagio che negli ultimi giorni è stato manifestato da vari esponenti del Consiglio direttivo.

Ultimo, oggi, perfino l'arcifalco Jens Weidmann, governatore della Bundesbank, che facendo eco ad alcuni suoi colleghi aveva affermato che ulteriori apprezzamenti dell'euro potrebbero spingere la Bce ad ammorbidire la sua linea. Il tutto mentre la valuta condivisa è risalita sopra la soglia di 1,39 dollari, come venerdì scorso, sui massimi dall'ottobre 2011 e con un picco di seduta a 1,3965. La forza dell'euro rischia di frenare la ripresa economica, rendendo meno competitivo l'export verso i paesi extra Unione, e di deprimere ulteriormente una inflazione ritenuta già troppo bassa dalla Bce.

Nel suo intervento alla cerimonia di conferimento del premio in ricordo dell'economista Joseph Schumpeter, a Vienna, Draghi ha ricordato che l'istituzione si è impegnata a tenere i tassi di interesse ai livelli attuali, o più bassi a lungo. E ha affermato che se l'economia procederà come previsto su una progressiva ripresa, mentre l'inflazione risalirà lentamente dallo 0,8% attuale a livelli più vicini al 2%, da questa linea morbida risulterà un «abbassamento dei tassi di interesse reali». Si tratta del livello dei tassi di riferimento ufficiali al netto dell'inflazione. Inoltre «il differenziale reale dei tassi tra l'area euro e il resto de mondo probabilmente si ridurrà, creando pressioni ribassiste sui cambi» dell'euro, ha aggiunto il capo della Bce.

Draghi ha poi rilevato che comunque al momento i rischi di deflazione sono «piuttosto limitati» (usando una terminologia forse più morbida anche in questo caso rispetto alle ultime settimane). E che più a lungo durerà la bassa inflazione maggiori saranno i rischi. Ha infine precisato cosa potrebbe innescare un intervento della Bce: se si dovessero evidenziare attese generalizzate del pubblico su futuri cali dei prezzi.

Dopo la chiusura di Wall Street l'euro viene scambiato a 1,3869 dollari, in calo proprio grazie alle parole di Draghi.


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